Riportare le chiese di San Francesco e di San Simeone agli antichi splendori è impresa quasi impossibile: restaurarle e valorizzarle è il compito che si prefigge l'Amministrazione comunale di Bonorva. Nel cui territorio sono ubicati i due luoghi di culto, e non solo.

La chiesa di San Francesco, costruita nel XII secolo, si trova nei pressi della suggestiva località medioevale denominata Rebeccu. La sua grande particolarità è conservata nell'abside, in cui i fedeli incidevano la sagoma dei calzari, detti Sandalion, che in antichità indicavano la Sardegna. Nella chiesa, pur in rovina, ve ne sono ben 80 conservati, tutti ancora leggibili.

Grande importanza riveste anche la chiesa di San Simeone, situata in una propaggine dell'altopiano di Campeda, presso il monte Cacau, a poca distanza da Bonorva. Venne edificata nel 1353 ed era al centro di un villaggio, in cui si trovano tracce di insediamenti punici ed addirittura nuragici. Su questa affascinante costruzione, nelle cui vicinanze abitavano antichi bonorvesi, aleggiano miti e leggende straordinarie, che la rendono unica. Un patrimonio storico e culturale davvero straordinario. Da tutelare.

«Il recupero di questi importanti siti archeologici per noi è di fondamentale importanza - spiega il sindaco di Bonorva Massimo D'Agostino - Ora come comune istruiremo un progetto preliminare di recupero dei siti. Una volta ultimata questa fase chiederemo appositi finanziamenti, per il restauro vero e proprio. I siti sono ben noti agli addetti ai lavori, ma è nostro intendimento portarli a conoscenza di tutti. Tra quelle mura - conclude - è racchiuso un pezzo importante di storia di Bonorva e di tutta la Sardegna».
 

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