Asinara, osservatorio faunistico: nasce l'Atlante degli uccelli nidificanti
L’incontro ha visto la partecipazione dei responsabili scientifici delle ricerchePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Un progetto per realizzare l’Atlante degli uccelli nidificanti, uno strumento che raccoglie centinaia di migliaia di dati relativi alla presenza e alla distribuzione degli uccelli nidificanti in Sardegna. Il progetto in cantiere per il 2025, mai realizzato nell’Isola, e che attualmente manca solo dei rilievi della prossima stagione riproduttiva, poi sarà terminato con una buona dovizia di particolari. È stato annunciato nella sede del Parco Nazionale dell’Asinara da Danilo Pisu dell’Osservatorio Faunistico, nato nella ex diramazione carceraria di Tumbarino e che contribuisce alla salvaguardia delle specie animali minacciate di estinzione. L’incontro cooordinato dal direttore del Parco, Vittorio Gazale e moderato dal giornalista Emanuele Fancellu, ha visto la partecipazione di responsabili scientifici delle ricerche alternarsi nella illustrazione dei risultati degli ultimi studi.
Il Parco Nazionale dell’Asinara e l’Osservatorio faunistico sono impegnati, infatti, all’interno di nuovi progetti internazionali - in collaborazione con l’Ispra - che studiano i movimenti migratori autunnali degli uccelli che attraversano il Mediterraneo per svernare in Africa e in area mediterranea. In particolare sono stati approfonditi i temi della gestione faunistica, del monitoraggio della fauna selvatica e dell’inanellamento scientifico coordinato da Ispra. Pasqualina Carta si unisce allo staff regolarmente presente insieme a Federico Tossani, Erica Figus, Michele Priami, Ilaria Fozzi, Stefania Piras e Sandro Murru, coordinati da Danilo Pisu.
Una grande novità è che l’Osservatorio Faunistico diventa Centro Euring per la formazione degli inanellatori insieme a 10 stazioni ornitologiche in Europa. Una posizione di prestigio arrivata grazie agli sforzi continuativi negli anni di monitoraggio con questa specifica tecnica. Novecento i visitatori incuriositi dalle attività in giornata durante la visita al Parco, soprattutto in periodo primaverile, apprendendo dallo staff dell’Osservatorio le attività svolte. Il report per il 2024 conferma il numero delle specie nidificanti, ben 73, numero invariato rispetto all’anno scorso, pur con una importante flessione generalizzata - a parte alcune eccezioni, come la Rondine - sulla dimensione delle popolazioni.
«Abbiamo avuto anche una importante diminuzione del numero di catture», spiega Pisu, «dovuta probabilmente alle avverse condizioni meteo del periodo canonico di inanellamento, ma il trend delle catture per l’inanellamento scientifico segna, per la maggior parte delle specie, una flessione che sembra in continua progressione negativa». Nel 2024 sono stati utilizzati dei nuovi strumenti che registrano i canti degli uccelli in periodo riproduttivo a cadenze regolari. «Tuttavia», aggiunge Pisu, «non sono mancate catture e osservazioni di specie rare nel 2024, come la Balia del Caucaso, seconda osservazione per l’Asinara, mentre diventata ormai di casa l’Aquila del Bonelli, che ogni tanto ci viene a trovare per catturare qualche Pernice, specie sempre abbondante e una coppia di Aquile reali che perlustra l’isola ormai da qualche anno; aspettiamo fiduciosi che possa finalmente poter nidificare nel Parco».
L’anno scorso L’Osservatorio faunistico ha lanciato un allarme sui risultati dei cambiamenti climatici, che sta facendo calare in maniera preoccupante intere popolazioni di uccelli. Succede negli anni sensibilmente di numero, anche specie che fino ad ora sembravano “al sicuro”. «Purtroppo la tendenza è sempre quella», prosegue lo staff. «I nostri dati confermano le diverse concause ai cambiamenti climatici che non sembrano in via di miglioramento, come quella dei gatti rinselvatichiti che purtroppo ancora sono presenti». Il Falco pescatore continua a frequentare la zona del nido ma l’anno scorso ha preferito costruirne uno nuovo a Capo Caccia (Alghero).
Sul Parco il Progetto Life “Safe for Voltures”, coordinato dall’Università di Sassari ha posizionato un carnaio per i grifoni, ma ancora non è stata fatta nessuna osservazione (tranne una all’Isola Piana). Sono state avviate nel 2024 una serie di osservazioni sistematiche a mare di diverse specie: Berta maggiore, Berta minore, Uccello delle tempeste, anche con la tecnica del brumeggio a mare, riuscendo a catturare immagini e video che scaturiranno in un documentario che si monterà alla fine della prossima stagione riproduttiva per conto dell’Associazione “Effetto Palla”, di cui l’Osservatorio Faunistico e l’Associazione “Centro Studi Fauna” sono partner. Queste osservazioni, insieme a immagini e video di balenottera comune, delfino comune, stenelle, tartarughe marine e tanti altri animali che frequentano il mare aperto, saranno a breve protagonisti di un video e un documentario dedicato al mare, i suoi abitanti e i problemi che incontrano per la sopravvivenza e la conservazione dell’ambiente.
Nel 2024 diverse decine di persone, come ogni anno, frequentano l’Osservatorio per fare tirocini formativi, svolgere l’apprendistato per Ispra all’inanellamento scientifico e tesi di laurea.