Bombe ecologiche cariche di amianto per niente invisibili, vecchie fabbriche e capannoni della zona industriale di Porto Torres che contengono l’asbesto, utilizzato nella costruzione di impianti negli anni ’60 fino alla messa al bando, ma senza divieto di utilizzo delle strutture già realizzate. E il rischio che le polveri si possano sprigionare permane.

Una valutazione fatta dallo stesso presidente dell’associazione ambientalista “Tuteliamo il Golfo dell’Asinara”, Giuseppe Alesso, che ha indirizzato una lettera al Servizio Igiene e Sanità Pubblica – Asl di Sassari per segnalare che molti dei fabbricati industriali sono stati realizzati con materiale contenente eternit e che “tali vecchi impianti ormai risultano abbandonati da decine di anni e, non essendo mai stati bonificati dall’amianto che contengono, con l’erosione e lo sfaldamento degli stessi liberano le pericolose fibre di asbesto”.

In particolare si sottolineano due stabilimenti dismessi ad alto rischio di amianto: la ex Ferriera Sarda e la ex Cementir. Gli effetti sulla salute delle fibre di amianto sono ormai da decenni certificati dalla letteratura medica. I minerali di amianto, infatti, si suddividono in fibre via via più sottili. Così possono essere facilmente inalate e provocare gravi infiammazioni, asbestosi, mesoteliomi e altri tipi di tumore e malattie ad esito spesso infausto.

Nella missiva si sottolinea che "in diverse occasioni numerosi cittadini hanno espresso la propria preoccupazione per tale situazione e in particolare - sottolinea Alesso - nelle giornate ventose, per il sollevarsi di nubi di polveri in prossimità di questi edifici, la cui composizione potrebbe, quasi certamente, contenere amianto e quindi rappresentare un grave pericolo per la salute pubblica”. 

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