«Sono profondamente preoccupato: oggi assistiamo ad annunci, non a soluzioni. La crisi sanitaria algherese si aggrava di giorno in giorno e il territorio non riceve più risposte concrete». È un atto d’accusa durissimo quello del presidente della commissione consiliare Sanità, Christian Mulas, intervenuto sulle ultime decisioni riguardanti il futuro dei presidi ospedalieri cittadini.

«Negli ultimi anni - ricorda Mulas - si sono alternati governi regionali di destra, sinistra e centro, ma la situazione è rimasta immutata: una perenne emergenza. Tutta la politica, nessuno escluso, porta responsabilità evidenti per il fallimento della sanità locale».

Ad allarmare è soprattutto l’esito dell’incontro a porte chiuse con l’assessore regionale alla Sanità: dal primo gennaio 2026 la gestione dell’ospedale Marino passerà ufficialmente dall’Aou alla Asl di Sassari, «ma non conosciamo ancora quali medici, infermieri, anestesisti e Oss verranno trasferiti. Un’incertezza inaccettabile». Silenzio totale, denuncia Mulas, anche sul nuovo ospedale di Alghero e sul progetto di ampliamento dell’ospedale Civile, «nonostante l’area comunale sia già stata individuata». 

Per Mulas, la situazione è ormai fuori controllo. «Il Civile necessita di un ampliamento ortopedico serio e funzionale. I nostri due nosocomi, tra proclami e promesse mancate, sono di fatto in stato di abbandono. Non è più un’emergenza transitoria: è una crisi strutturale che compromette il diritto alla salute dei cittadini del nord Sardegna. Tutti i principali comuni della Sardegna hanno ottenuto un nuovo ospedale. Tutti, tranne Alghero. È una vergogna che non possiamo più tollerare».

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