La lite nel giorno del suo rientro in servizio presso l’ecocentro comunale di Alghero, dopo due mesi di assenza per malattia, a seguito di un intervento chirurgico alla schiena.

Emergono nuovi particolari sulla tragedia che ieri mattina ha sconvolto la comunità algherese. Antonio Urgias, 43 anni, noto Patacò, aveva problemi di salute che, probabilmente, gli impedivano di svolgere determinate mansioni, per questo era stato adibito allo spazzamento a mano delle strade. Operatore ecologico da quasi sei anni era stato stabilizzato da circa un anno. Ieri all’alba si è consumato il dramma. Aveva fatto rientro al lavoro, dopo un periodo di malattia cominciato nel mese di ottobre.

Ha discusso animatamente con i suoi superiori sulla tipologia di prestazioni da eseguire e su un ammanco di 150 euro dalla busta paga, poi è andato via sbattendo la porta. Più tardi alle 5.45 è ritornato sul posto di lavoro con un’arma in mano, ha puntato la pistola contro i suoi superiori, sparando alle gambe dell'ingegnere Ivan Cherchi, capo cantiere e direttore dell'ecocentro, e del ragioniere Sergio Florulli, capo area. L’intervento del terzo operatore è servito a farlo desistere. «Per questi due in carcere non ci ritorno» ha urlato, quindi ha rivolto la pistola 7,65 su se stesso, si è seduto sulla sedia e si è sparato in  testa.

La sua è stata una vita burrascosa, segnata da momenti difficili e da alcuni precedenti penali, reati commessi nel 2009 quando fu arrestato per violenza privata, danneggiamento e possesso ingiustificato di oggetti atti ad offendere. Nel 2016 scattarono ancora le manette per minacce e danneggiamenti. L'idea di ritornare in carcere lo tormentava e ieri mattina, dopo aver preso coscienza del gesto compiuto, ha preferito togliersi la vita. Per tanti anni è stato pescatore, poi la fortuna di un lavoro sicuro. Risiedeva in una ex scuola a Sa Segada, borgata nella periferia di Alghero. Aveva occupato la casa dove viveva in compagnia del suo cane. I carabinieri dopo la tragedia hanno ispezionato l’abitazione.

«Circa sei anni fa riuscì a trovare un posto di lavoro nel cantiere di Alghero Ambiente e questo lo aiutò in quella continua e tormentata ricerca della serenità che per diversi motivi non riusciva a trovare», ha detto l’assessore all’Ambiente, Andrea Montis. «Non ho idea di cosa possa aver scatenato un gesto simile ma conosco bene la dignità del silenzio per cui ogni ulteriore parola sarebbe inutile e fuori luogo». Il ricordo passa anche nella testa e nel cuore di chi lo ha conosciuto. «Dire che mi dispiace non basta, non conosco i fatti e preferisco tacere», ha commentato Francesca Carta, vigilessa in pensione di Alghero. «Però due parole per un ragazzo che conosco dalla nascita le voglio spendere – ha proseguito - perché era di una lealtà disarmante, duro con i duri e tenero con i deboli. Spero che tu possa trovare pace Antonio, quella pace che su questa terra ti è stata tolta!». 

I colleghi feriti, ieri pomeriggio, hanno subito un intervento chirurgico al femore presso l'ospedale civile di Alghero. Le loro condizioni non sono gravi

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