L’ennesima violenza di ieri pomeriggio avvenuta all’interno del carcere di Bancali, che ha visto un detenuto aggredirne un altro, fa insorgere i sindacati della polizia penitenziaria.

“Quella persona - afferma Alessandro Cara, segretario regionale dell’Uspp - non dovrebbe stare in prigione. Le Residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sono i luoghi adeguati”. Ovvero le Rems, strutture sanitarie di accoglienza per gli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi. Il detenuto peraltro si era già reso protagonista di altre aggressioni, anche contro gli agenti, e ieri ha assalito una persona incarcerata da appena un giorno colpendola sul volto.

L’episodio è avvenuto in una zona di passaggio e, secondo quanto trapela, non sarebbe stato scatenato da nessun motivo apparente. Se non, come afferma il delegato nazionale per la Sardegna del Sappe Antonio Cannas, “per mantenere una posizione da leader nella sezione dei reclusi. E ormai non si sa più come gestirlo”.

Esisterebbe anche una nota del provveditore in cui si darebbe per certo, in risposta a un’istanza sempre del Sappe, un prossimo trasferimento del detenuto. “Il problema però è generale - continua il segretario generale dell’Unione sindacati di polizia penitenziaria - i colleghi, in assenza di un direttore e di un comandante in pianta stabile, sono smarriti e se l’istituto non implode è grazie a loro”.

Si ripropone quindi la criticità, più volte denunciata dalle associazioni di categoria, della casa circondariale che si somma poi a quella della carenza di organico tra i baschi azzurri, chiamati a gestire ogni giorni 400 ospiti. “Rinnovo l’appello- conclude Cara- perché si prendano provvedimenti”.

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