Una svolta epocale, quella della Saras, che a 62 anni dalla sua fondazione passa di mano: la famiglia Moratti ha ceduto la società al gruppo Vitol. Una cessione del testimone che è stata immediatamente commentata dai candidati alla presidenza della Regione: «Sono rispettoso delle scelte che fanno i privati e di una realtà che ha deciso di vendere una parte delle quote a una società importante», commenta il candidato del centrodestra Paolo Truzzu. «La politica farà di tutto per mantenere una presenza di questo tipo nel territorio».

Ma l’ingresso del nuovo gruppo non dovrebbe avere grosse ripercussioni sull’Isola: «Capisco che la famiglia abbia deciso di farsi da parte e lasciare spazio a iniziative industriali ed economiche più grandi», commenta il leader della Coalizione sarda, Renato Soru. «Per quanto riguarda la Sardegna non cambierà molto, cambierà la titolarità di chi dispone delle azioni di una società che è sarda e resterà sarda».

Per Alessandra Todde, candidata del centrosinistra, sarà invece importante «vedere quali piani di sviluppo avrà per la Sardegna e capire come intende rilanciare la produzione e affrontare la transizione energetica per migliorare la gestione del la raffineria in Sardegna. Sono temi importanti su cui ci concentreremo dopo il 25 febbraio».

Ma nel frattempo la cessione a Vitol preoccupa i sindacati: «Ancora una volta un'importante società italiana», commenta la segretaria generale di Uiltec, Daniela Piras, «passa in mano ad una multinazionale straniera. Purtroppo, questa condizione sta diventando una consuetudine nel contesto industriale del Paese ed è questa tendenza a crearci disagio e preoccupazione».

E ora le sigle chiedono un primo dialogo coi nuovi proprietari: «Il gruppo Vitol, ha risorse e capacità per garantire continuità e sviluppo rispetto al mercato internazionale del settore in questione, ma questa potenzialità va ora condivisa con il sindacato che attende di conoscere dalla nuova proprietà i contenuti della nuova prospettiva industriale. In questo senso auspichiamo un incontro tra le parti».

Anche da Filctem c’è preoccupazione: «Occorre capire quale sarà il futuro di questo sito produttivo», commenta Stefano Fais, segretario organizzativo Filctem e rsu Saras. «Il dato di fatto è, però, che un'altra grossa azienda nazionale non sarà più italiana ma olandese. Abbiamo visto in Sardegna e in Italia che le multinazionali non sempre hanno consolidata il business che li precedeva: ora attendiamo di conoscere il loro piano».

Addirittura “scioccato” il segretario generale regionale Femca Cisl Marco Nappi: «Sappiamo che entrare in un contesto di una multinazionale cambia tutto. Cosa succederà e come sarà l'approccio della nuova proprietà lo vedremo nelle prossime settimane ma già oggi c'è una forte preoccupazione perché non conosciamo l'azienda che subentra e credo di poter dire che questo sentimento si percepisce in tutta la raffineria, ma anche in tutto il territorio, nelle aziende d'appalto e tra le istituzioni locali».

A dare garanzie sul futuro dell’azienda è Confindustria: «Sappiamo per certo che chi subentrerà, la Vitol», spiegano, «non è solo un trader ma un operatore industriale, e così come sta attualmente gestendo molte raffinerie nel mondo, sappiamo per certo che l'attenzione che vorrà dare sarà certamente una garanzia e una sicurezza per il futuro della prima industria sarda».

(Unioneonline)

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