Sanità sarda in codice rosso: mancano posti letto, centinaia di interventi rimandati
Ortopedia al collasso, i sindacati dei medici protestano: «Assistenza sempre più precaria». Lo stato di agitazione del personale crea il caos negli ospedaliPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nell’area vasta di Cagliari la Traumatologia ha perso in quattro anni venti posti letto, passando da 108 a 88. Ma i potenziali ricoveri che gli ospedali del territorio riescono a garantire nell’assistenza ortopedica sono il 33 per cento in meno rispetto agli standard minimi previsti dalla normativa nazionale. Infatti: il decreto ministeriale 70 del 2015, al capoluogo e dintorni assegna alla specialità medica 132 posti letto. Che non hanno mai trovato spazio.
La fotografia impietosa è stata scattata dal sindacato Cimo, attraverso Emanuele Cabras, medico ortopedico e chirurgo del Brotzu e rappresentante aziendale. «Ci si chiede – sottolinea il dottore-sindacalista – come sia possibile continuare a lavorare in queste condizioni. Senza prevedere un aumento dei posti letto in Ortopedia non si possono garantire i Lea, i livelli essenziali di assistenza».
La situazione è precipitata con la pandemia. Fino al 2020, i 108 posti letto che si contavano nell’area vasta di Cagliari erano divisi tra Brotzu, Marino e Santissima Trinità. Con l’apertura degli ospedali Covid, tra cui lo stesso presidio del Poetto convertito in struttura dedicata alla cura del virus, c’è stato il crollo dell’offerta sanitaria. «A cui si aggiunge – ha concluso Cabras – la crisi delle unità operative delle province limitrofe, in particolare Sulcis, Lanusei, Nuoro e Oristano». La situazione si è fatta davvero esplosiva. Ma la sanità sarda deve fare i conti anche con le decine decine e decine di interventi chirurgici che continuano a saltare, al Brotzu, al Businco e al Policlinico di Monserrato. Lo stato d’agitazione dei medici (con lo stop alle prestazioni aggiuntive e agli straordinari), che va avanti da tre settimane all’Arnas e da sette giorni all’Aou di Cagliari – sta facendo cancellare moltissime ore di sale operatorie nei più importanti ospedali, che reggono il carico dei pazienti non soltanto della città e dell’area vasta, ma di mezza Sardegna.
«Siamo in emergenza», spiega Marco Desogus, sindacalista degli anestesisti Aaroi dell’Azienda ospedaliero-universitaria, «in questa prima settimana di mobilitazione quello che era programmato si è portato più o meno a termine anche se non ci sono state le compensazioni per i colleghi assenti, ma già tutti gli interventi di Day Surgery sono saltati, e la prossima settimana registreremo un crollo complessivo di oltre il 25%. Ovviamente le urgenze e i tumori sono garantiti, ma tutto quello che può essere rinviato aspetterà ancora».
Oggi i sindacati saranno dal prefetto per la procedura di raffreddamento. «L’Aou ha aperto una vertenza come quella dell’Arnas e dal 17 ottobre ha proclamato lo stato d’agitazione», dice Susanna Montaldo, segretaria regionale dell’Anaao, «chiediamo una perequazione delle retribuzioni con quelle delle altre aziende sanitarie: i nostri fondi degli incarichi, disagio e risultato sono nettamente inferiori a quelli dei colleghi».