Assunzioni e stabilizzazioni nella sanità in Sardegna, le aziende vanno avanti in ordine sparso e ognuna segue criteri diversi. Con il risultato che 

«si creano disparità tra gli aventi diritto», secondo la consigliera regionale del Pd Rossella Pinna, che con i colleghi ha depositato un’interrogazione per cercare di avere chiarezza su un tema giudicato «complicato, tanto che pure gli addetti ai lavori faticano a raccapezzarsi tra criteri e procedure». 

Per l’esponente dell’opposizione «il tutto finisce per essere ancora più caotico  perché con la riforma voluta dal governo regionale di destra sardo-leghista sono tornate in auge le repubbliche indipendenti del sistema sanitario regionale ( 8 ASL e Ares , Arnas Brotzu e Aou Cagliari e Sassari ) che agiscono in completa difformità l’una dall’altra». 

L’atto che ha spinto Pinna a chiedere lumi all’assessore regionale alla Sanità, Carlo Doria, è una determina dirigenziale di Ares (la 730 dell’8 marzo), che ne rettifica una precedente di Ats. La questione che pone la consigliera del Medio Campidano fa riferimento alla legge 17 del 22 novembre 2021, che dispone la stabilizzazione del personale avente i titoli e impiegato durante la pandemia. «So che Ats prima e Ares poi, che lo ha ereditato, hanno chiesto e fatto disporre ad Aspal un avviso di selezione per figure tecniche e amministrative di cat. “B” con utilizzo dalle liste di collocamento, come dispone la materia dei concorsi pubblici. Quello che non si evince dalla determina è se questo avviso riguardi il 100% o il 50% del fabbisogno inoltrato (e poi corretto) dalle Asl».

Soprattutto perché «durante la procedura, non ancora espletata, sono arrivate le disposizioni della legge omnibus del 2021,  che non parrebbe siano state prese in considerazione».

Da qui l’esigenza dell’interrogazione: «Vogliamo capire se in tutta la Sardegna si vuole dare garanzia di   stabilizzazione a chi ha lavorato in quel periodo terribile oppure se la legge viene interpretata a piacimento o secondo le convenienze. Perché il Brotzu applica la norma e l’Ares no? Una questione di coerenza, di rispetto della norma regionale e di gratitudine, se si vuole».

(Unioneonline/E.Fr.)

© Riproduzione riservata