«Ma Beppe...cos'è questo post?? Sono senza parole! Fareste bene a verificare prima di pubblicare certe cose! Davvero pessimo!». Maria Giovanna Lai, profilo social, facebookiana di ferro, non glielo manda a dire. Lo scrive direttamente, sotto uno dei post che “scottano” nel blog di Giuseppe Piero Grillo, in arte Beppe. La stessa domanda, con ben altra irruenza, se la sono posta i magistrati del pool di Milano, la Procura che sta rovesciando in queste ore i tabulati telefonici del cerchio magico dei Cinque Stelle, quello che si occupava dei rapporti con il patron di Mascalzone Latino, quel Vincenzo Onorato, capace come pochi di infilarsi nei gangli della politica e sovvenzionarla in lungo e in largo, da destra a sinistra. Per chiedere notizie di quel post sul “blog dell’onestà” a firma Onorato, però, gli inquirenti non sono andati su facebook. Hanno preferito affidare la loro curiosità a un «decreto di perquisizione locale, personale su sistemi informatici e contestuale sequestro» (nella foto). Non uno scherzo. L’inchiesta irrompe nel proscenio politico alla vigilia della conta segreta per l’elezione del futuro Capo dello Stato. Il blitz della Guardia di Finanza è coordinato, studiato nei minimi dettagli. Sanno dove cercare e, soprattutto, cosa trovare.

Messaggini amorevoli

E trovano di tutto: amorevoli messaggini per salvare l’amico Vincenzo, per non far fallire le sue compagnie di navigazione, magari facendogli prorogare quel “brillante” servizio di continuità territoriale da e per la Sardegna. E soprattutto trovano resoconti di bonifici bancari, contratti di pseudo pubblicità per qualche post di Onorato, con tanto di volto minaccioso, sul Blog del Grillo, pagato come se fosse un’inserzione redazionale in un quotidiano di tiratura nazionale. Nella data room del Palazzaccio a Milano, sede della Procura più potente d’Italia, è l’ora di riavvolgere il nastro, incrociando messaggi cifrati ed espliciti, cercando di incastrare date e azioni, pressioni e sotterranei interventi per ridare ossigeno alle compagnie di Onorato. Un dato è certo: la Sardegna con la sua continuità territoriale via mare, era uno dei capisaldi di quel fiume di relazioni sottobanco, fattosi prima lobby e poi azione di governo. A dettare le condizioni per rompere l’isolamento dell’Isola non erano né i sardi, tantomeno la Regione. A regolare il sistema di Mascalzone Latino c’era una fitta ragnatela di rapporti che Onorato, di volta in volta, stringeva con la politica, incurante della destra o della sinistra. Il budget stanziato non aveva colori. A Giuseppe Piero Grillo, “l’amico Beppe”, aveva destinato 240 mila euro, dieci mila euro al mese, dal 2018 al 2019, da “bonificare” nell’anonima filiale della sconosciuta banca Passadore a Nervi, a due passi dalla villa del fondatore dei Cinque Stelle. Causale senza preamboli: pubblicità nel blog di Beppe Grillo. Una relazione “fraintesa”, dice Onorato.

Commenti profetici

Di certo i commenti ad ogni post del marinaio fattosi armatore sono un fiume in piena. Insulti e sberleffi, ironia e rabbia, senza tregua. Niente, però, ferma i due. Il sodalizio non si scoraggia, anzi. Quei post in bella mostra, con tanto di presentazione, una volta di “Beppe” e qualche altra volta direttamente di “Vincenzo”, sono solo la facciata di quel che accade nelle chat finite nelle mani della Procura di Milano. Ora gli inquirenti dovranno rimettere al loro posto i tasselli di un quadro “complesso”. L’accusa è pesante come un bastimento carico di sospetti e certezze. Il reato, quello di cui si discute, l’hanno inventato i Cinque Stelle: traffico di influenze illecite. Ai magistrati del pool, dopo aver accertato il passaggio di denaro, spetta capire quanto quelle “influenze” veicolate dal patron dei grillini ai suoi vertici parlamentari e governativi abbiano fatto breccia in atti puntuali e circoscritti. All’attenzione dei magistrati, però, c’è un capitolo non scritto: «l’omissione o il ritardo di un atto del suo ufficio».

Ampio raggio

Lo spettro dei Giudici, Maurizio Romanelli e Cristina Roveda, dunque, è molto più ampio: si va dagli atti compiuti a quelli omessi o ritardati. Obbligatoriamente, per comprendere ogni passaggio di questa vicenda, occorre spostare la lente dell’inchiesta sull’Isola di Sardegna, o meglio sul suo mare, sugli affari e le speculazioni nei trasporti marittimi. Nel periodo oggetto dei rapporti finanziari tra Onorato, Beppe Grillo e la Casaleggio Associati, per loro 600 mila euro all’anno per due anni, sono almeno quattro gli episodi più rilevanti che hanno visto coinvolti i dicasteri guidati da rappresentanti pentastellati. Del resto la premiata ditta “Onorato & C.” stava attraversando lo choc finanziario più devastante della sua storia. L’unica strada per tentare di salvare la barca era la politica. In quei messaggi che la Procura di Milano sta vivisezionando, però, non c’è tutto quello che accadeva nei meandri dei palazzi di Roma, da Porta Pia, sede del Ministero delle Infrastrutture sino a via Veneto, in quello che fu il dicastero dell’Industria, trasformato, poi, nello Sviluppo economico. Alle spalle della Sardegna si stavano giocando partite milionarie, convenzioni d’oro, rinnovi, proroghe, salvataggi e regali di Stato.

La continuità sarda

La prima grande questione è la continuità territoriale, quella da e per la Sardegna. La convenzione, che regalava a Onorato 72 milioni di euro all’anno, era destinata a scadere il 18 luglio del 2020. Il Ministero delle infrastrutture, che l’aveva firmata nel 2012, e la doveva pertanto ribandire, era “occupato” dal 1 giugno del 2018 al 5 settembre del 2019 da Danilo Toninelli, Ministro Cinque Stelle. E’ lui uno degli esponenti di primo piano con il quale Grillo interloquisce del dossier Onorato. Lui, Toninelli, smentisce qualsiasi pressione. Agli atti della Procura non è indagato. In quel frangente, però, ci sono alcuni rilevanti episodi che finiranno obbligatoriamente sotto i riflettori dei magistrati.

La lettera dell’Autority

Il primo è del 4 marzo del 2019. Toninelli è Ministro delle infrastrutture. L’Autorità garante per la Concorrenza e il mercato scrive direttamente all’esponente dei 5 stelle. La comunicazione riguarda la convenzione di Onorato per i collegamenti tra la Sardegna e il Continente. Scrive il Garante: «L’eventuale fusione tra Moby e CIN anche successivamente al 18 luglio 2020 non pare in alcun modo una circostanza che possa giustificare una deroga ai principi più sopra menzionati e, dunque, consentire un’eventuale proroga della Convenzione rispetto alla sua naturale scadenza». Come dire, se state pensando di prorogare la convenzione, toglietevelo dalla testa. La disposizione successiva è ancora più esplicita: «Pertanto, l’Autorità auspica che codesto dicastero proceda, secondo una tempistica congrua rispetto alla scadenza del 18 luglio 2020». Il messaggio è chiaro: non perdete tempo. Il rischio è che, non dando il via libera alle procedure della gara, si arrivi tardi e si sia “costretti” ad una proroga della convenzione milionaria. Esattamente quello a cui ambiva il patron di Mascalzone Latino. E l’Autorità non gli lascia scampo: «Lo svolgimento di una nuova gara per l’assegnazione nei tempi originariamente previsti del servizio di cabotaggio marittimo, appare, infatti, lo strumento più appropriato».

Fate le gare

Il successivo rilevante passaggio, a conferma del precedente, è del 13 marzo del 2019. A prendere carta e penna è l’Autorità Garante di Regolazione dei trasporti con la delibera 22/2019. L’atto è senza appello: ecco come fare le gare d’appalto per l’assegnazione dei servizi di trasporto marittimo di passeggeri da, tra e verso le Isole. L’oggetto della delibera è fin troppo chiaro: bisogna rifare subito le gare d’appalto per l’assegnazione delle rotte in continuità territoriale da e per la Sardegna. Nel provvedimento vengono persino predisposti gli schemi di convenzione da inserire nei capitolati d’appalto, dal tipo di navi al servizio da offrire nei collegamenti per la Sardegna. Non succederà niente. Toninelli lascerà il dicastero il 5 settembre del 2019, delle gare d’appalto non c’è traccia. Qualche mese dopo ci sarà la proroga a Onorato.

La condanna dimenticata

L’altro delicato passaggio è del 5 giugno del 2019, quattro giorni dopo l’insediamento di Toninelli negli uffici di Porta Pia. Il Tar conferma la “sentenza” del Garante per la Concorrenza contro Moby-Cin per aver fatto abuso della posizione dominante nei mari della Sardegna e aver “boicottato” gli operatori sardi. L’accusa è pesantissima e si configura come una gravissima violazione della convenzione tra Onorato e lo Stato. Ci sono gli estremi per la revoca del contratto con la Cin-Tirrenia. A Porta Pia, però, anche stavolta, non succederà niente.

Staffetta su Tirrenia

Cambia il governo. Subentra il Conte due. Toninelli viene scaricato e assurge a ruolo di primo piano Stefano Patuanelli, che in questa vicenda non è indagato. Il rango è quello del Ministero chiave dello Sviluppo Economico. Non passa molto tempo dall’insediamento che anche il neo Ministro si ritrova catapultato nell’affaire Onorato. I giudici del Tribunale di Roma, è il 4 marzo del 2020, sentenziano: è stato disposto il sequestro conservativo fino alla concorrenza di euro 55 milioni «su tutti i beni, mobili o immobili, nonché i crediti di cui la Cin sia titolare». Ad essere stata accolta è la richiesta dei commissari liquidatori di Tirrenia in amministrazione straordinaria, quelli che per conto del Ministero di Patuanelli devono recuperare i 180 milioni di euro che Onorato si è “dimenticato” di restituire allo Stato.

Non sequestrate i soldi

Il Ministro pentastellato fa quadrato insieme alla collega De Micheli delle Infrastrutture e lancia l’appello ai commissari: non sequestrate i soldi di Onorato, spostate il sequestro conservativo sulle navi. Detto fatto. Il patron di Mascalzone Latino è salvo, per l’ennesima volta. Ora, però, quei post di Onorato nel Blog grillino, insieme a quei tanti soldi dati a “Beppe” e alla “Casaleggio”, hanno riaperto il dossier Tirrenia – Sardegna. Questa volta, però, da Porta Pia, a Roma, le carte si sposteranno direttamente sul Corso di Porta Vittoria, nel cuore meneghino, dentro il Palazzaccio, sede della Procura della Repubblica di Milano.Post scriptum: ieri nello stesso palazzo Onorato ha depositato una nuova proposta di salvataggio delle sue compagnie. Chissà se ha allegato anche i messaggi pentastallati. Di certo ci sono quelli inviati negli Stati Uniti d’America.

 (1.continua)

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