Il blitz sulle dune di Piscinas scocca all’ora del primo sole sulla costa di Arbus. Sei pattuglie dei carabinieri e del corpo forestale di vigilanza ambientale della Sardegna sbarcano sul promontorio marino di Ingurtosu all’improvviso. Un’azione coordinata dai carabinieri del nucleo dei Beni Culturali che sul «caso Piscinas» ha deciso di vederci chiaro. Sul posto anche il nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Villacidro e della stazione forestale di Guspini. Dopo l’acquisizione dei documenti nel municipio di Arbus, nel giro di una settimana, si è deciso di metter mano direttamente al caso del monumento minerario di Piscinas sfregiato da un cantiere edile che ha completamente demolito i tratti essenziali dell’edificio sottoposto alla massima tutela, modificando sia i prospetti che la sagoma e introducendo nuovi rilevanti volumi sull’immobile.

Inchiesta

Bocche cucite da parte degli uomini dell’arma anche perché, come è emerso ieri mattina, sulla vicenda appare ormai certo che la Procura di Cagliari ha aperto un’indagine. La notizia, coperta dal massimo riserbo, riguarda gli interventi messi in atto su quello che, a tutti gli effetti, è un monumento sottoposto a tutela assoluta.

Il pubblico ministero

Non è un caso che il pubblico ministero che, secondo fonti confidenziali, avrebbe assunto l’incarico di indagare su quel cantiere sia il magistrato Rossella Spano, componente del pool degli inquirenti incaricati dei reati nella pubblica amministrazione. È fin troppo evidente che nella mattinata di ieri gli uomini delle forze dell’ordine hanno voluto prendere visione del cantiere con una puntuale azione di misurazione non soltanto delle volumetrie aggiunte all’immobile ma anche delle modifiche sostanziali e inammissibili in quel contesto.

Atti sotto la lente

Gli inquirenti avranno, dunque, il compito non tanto di confrontarsi con le autorizzazioni rilasciate, ma con le norme vigenti che vietano qualsiasi tipo di intervento in quell’immobile riconosciuto come monumento. L’unico intervento che le leggi vigenti consentivano era la manutenzione ordinaria e straordinaria, senza alcuna modifica alle facciate e alle sagome dell’edificio monumentale.Il tema all’esame del pool che si sta occupando della vicenda è, dunque, quello di verificare la corrispondenza delle autorizzazioni rilasciate con le norme in materia e dall’altra la verifica puntuale dell’esecuzione delle opere in un bene sottoposto, già dal 1984, alla tutela monumentale con un decreto del Ministro dei Beni Culturali che ha riconosciuto a quell’immobile sia il valore storico, artistico, architettonico e culturale. Dunque il «caso Piscinas» fa un salto di categoria passando dall’acquisizione dell’intero fascicolo sulla demolizione dell’albergo minerario “Le Dune” all’apertura di vere e proprie indagini. Un passaggio obbligato, vista la delicatezza del sito e dell’area sulla quale si sovrappongo numerosi divieti e vincoli facendo emergere numerose anomalie che riguardano prima di tutto il principale elemento di questa vicenda: non si tratta di un normale cantiere ma di un edificio sottoposto nientemeno che alla tutela monumentale. E, anche per questo motivo, si spiega la discesa in campo del nucleo specializzato nei beni culturali dei carabinieri. Le immagini aeree che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi sono la prova evidente dello stravolgimento dell’edificio storico e di quanto sta accadendo in quell’oasi esclusiva tra dune e miniere. E’ per questo motivo che il blitz dei carabinieri e della Forestale lascia comprendere che sulla vicenda si andrà oltre le autorizzazioni. A finire sotto la lente degli inquirenti saranno proprio quegli atti amministrativi rilasciati pur in presenza di norme chiare che vietavano sia demolizioni che ricostruzioni, peggio ancora stravolgimenti di prospetti e nuovi volumi. Nei giorni scorsi la conferma del blitz in municipio era arrivata direttamente dai vertici dell’Arma, ieri mattina, invece, la presenza delle numerose pattuglie nel cantiere è stata notata da più persone avvisate da un rapido passaparola nella frazione mineraria di Ingurtosu.

Verifiche

Numerose le verifiche da fare nei documenti “prelevati” e nei rilievi in cantiere e, secondo fonti ben informate, le visite in cantiere non sono finite. Da riscontrare, oltre alla violazione del vincolo monumentale, c’è un altro aspetto altrettanto delicato relativo alle date relative all’inizio del cantiere e delle autorizzazioni. Agli inquirenti il compito di far luce su quello sfregio alla storia monumentale mineraria di quell’area da sempre culla dell’antica civiltà delle miniere.

Mauro Pili

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