Quattro colpi di pistola, tutti a segno. Così è morto Antonio Pisu, all'interno della mansarda che lui avrebbe voluto fosse occupata dalla figlia e non da Luigi Piras, quell'insegnante cagliaritano arrivato una decina di anni fa che non se ne voleva andare neanche con un'ordinanza di sfratto del giudice.

L'epilogo è andato in scena ieri mattina intorno alle 10.30 al civico 52 di via Agricola, a Monserrato. Il figlio Marcello Pisu in un salto si è fiondato nell'appartamento attaccato al suo ma non ha potuto fare nulla per salvarlo: è riuscito a disarmare Piras, a rifilargli anche qualche cazzotto e poi a immobilizzarlo. Quindi ha poggiato l'arma su una mensola e ha atteso, insieme a un operaio del vicino cantiere, l'arrivo della polizia.

IL MOVENTE – Un delitto apparentemente inspiegabile maturato ai margini di un rapporto deteriorato tra padrone di casa e inquilino, in questo caso anche tra due pensionati quasi coetanei (la vittima aveva 79 anni, l'altro 75).

L'ipotesi degli uomini della squadra mobile di Cagliari è che tra Pisu e Piras sia nata l'ennesima discussione sull'appartamento e sull'affitto. Tutto sarebbe partito da una colluttazione in cui Piras forse stava soccombendo. Per questo ha afferrato una 7.65 che teneva nel frigorifero, un singolare nascondiglio che non avrebbe destato sospetti nel rivale. Afferrata la pistola e colto di sorpresa Pisu, Piras ha esploso uno, due, tre, quattro colpi da distanza ravvicinata. 

IL FIGLIO DELLA VITTIMA –  Intorno alle 13, Marcello Pisu ha lasciato la Questura dopo una prima deposizione ed è tornato con alcuni agenti in via Agricola. A chi gli chiedeva com'era andata lui cercava di spiegare, gesticolando, ciò che aveva vissuto qualche ora prima: “L'ho trovato con la pistola in mano che me la puntava contro – diceva, mimando con l'indice la pistola -. Gli sono saltato addosso e ho cercato di prendergliela”.

"Era nervoso – ha aggiunto - ed ero nervoso anche io, gli ho dovuto dare un paio di colpi, poi l'ho tenuto fermo sotto di me. La pistola gliel’ho strappata di mano e l'ho poggiata su un mobile”. 

(Unioneonline)

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