Tyrrhenian Link, si parte con la posa del contestato cavo sottomarino lungo 480 chilometri che collegherà la Sicilia e la Sardegna. 
Gli albi pretori delle capitanerie che sovrintendono sulle zone interessate dai lavori si sono popolate di ordinanze per la sicurezza della navigazione, in vista delle manovre che saranno effettuate dalle imbarcazioni che effettueranno i lavori miliardari, la cui conclusione è prevista per il 2028. 

Lo scorso 22 agosto si è mossa la Guardia costiera di Palermo: fino al 30 novembre «la società Nexans, incaricata da Terna Rete Italia, effettuerà le attività di posa e interro del cavo sottomarino di trasmissione di energia elettrica, avvalendosi dell’unità navale denominata “Aurora”». Tutte le imbarcazioni dovranno stare a una distanza minima di 500 metri dal mezzo che opererà 24 ore su 24. Ha seguito l’ufficio circondariale marittimo di Terrasini: in questo caso sarà in mare la “Ng Worker”. 

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Oggi è stata la volta della Capitaneria di Cagliari. Perché il Tyrrhenian Link approderà a Terra Mala, sul litorale di Quartu. E da il cavo proseguirà fino alle campagne di Selargius, per connettere la rete sarda delle rinnovabili alla Penisola. L’istanza è stata presentata il 30 luglio dalla società Poliservizi per conto di Terna: è stata chiesta l’autorizzazione a operare «nel periodo compreso dal 2 settembre al 30 novembre 2025». 

L’ordinanza stabilisce che  «in ore diurne, la zona di mare antistante la

località di Terra Mala, ricadente nel comune di Quartu Sant’Elena, estesa fino alle 12 miglia dalla costa entro le acque di giurisdizione (...) sarà interessata da attività di posa e interro del cavo sottomarino mediante l’impiego di personale operatore tecnico subacqueo, della nave Aurora

e delle unità denominate Carolina Skiff e Subteco» con varie indicazioni numeriche. Il raggio di protezione è di 50 metri. 

(Unioneonline/E.Fr.)

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