Non è ancora fuori pericolo, ma l'operazione è andata bene e i medici sono ottimisti. Lo studente di 15 anni accoltellato da un compagno 14enne ieri nel primo pomeriggio fuori dall'istituto superiore Sergio Atzeni di Capoterra, è tenuto in coma farmacologico nel reparto di Cardioanestesia dell'ospedale Brotzu di Cagliari, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico per l'applicazione di uno stent a una arteria del collo lesionata dal fendente.

Intanto il 14enne responsabile dell’aggressione, arrestato ieri sera dai carabinieri, ha passato la prima notte nel carcere minorile di Quartucciu: «Il mio assistito è molto scosso. È una tragedia per tutti i protagonisti di questa vicenda», afferma l'avvocato difensore Piergiorgio Piroddi.

«Compatibilmente con quanto è accaduto sta benino, ma è scosso e molto provato da tutta la vicenda», chiarisce il legale, che ora attende di conoscere la data dell'udienza di convalida del provvedimento restrittivo, dove forse il 14enne potrebbe raccontare la sua versione dei fatti. 

Continuano intanto le indagini dei carabinieri, che anche oggi hanno ascoltato studenti e docenti del Sergio Atzeni, per individuare un possibile movente. L'ipotesi che si è fatta avanti è quella del bullismo. Ma non all’interno della scuola, ha spiegato il preside Maurizio Pibiri.

«Non abbiamo nessun elemento che avvalori questa congettura. In passato per altri casi avevamo ricevuto segnalazioni ed eravamo intervenuti. In questa occasione invece non abbiamo avuto alcun segnale. Gli stessi compagni di classe dei ragazzi coinvolti sono molto colpiti dalla vicenda».

Anche il provveditore, che ha avviato un’indagine, conferma le parole del dirigente scolastico: «All'interno della scuola non è emerso nulla di precedente che possa aver innescato quanto è poi accaduto», ha detto il direttore dell'Ufficio scolastico regionale della Sardegna, Francesco Feliziani, che oggi ha incontrato studenti e docenti dell'istituto Sergio Atzeni.

«Sono stato nell'istituto e ho parlato con il dirigente scolastico - ricostruisce Feliziani - sono stati organizzati degli incontri con i ragazzi e ho partecipato a uno di questi. Non sono emersi dai colloqui elementi legati ad atti di bullismo all'interno della scuola. I due ragazzi erano ben integrati e le due classi che frequentavano non avevano contatti tra di loro».

Eventuali attriti, dunque, sarebbero avvenuti all'esterno dell'istituto, sul bus o alla fermata dove poi è avvenuto l'accoltellamento, oppure sui social.

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata