Sinnai: i volontari ricordano Simeone, morto per spegnere un rogo
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Era una domenica, il 1 settembre di 26 anni fa, un elicottero della Eli Alpi arrivò sulle colline di "Arcedda" a Sinnai per arginare le fiamme che minacciavano una pinetina.
A bordo del velivolo un sardo di Selargius e il pilota, Simeone Camalich.
Con le fiamme sempre più alte, l'elicottero perse quota e si schiantò su un costone roccioso.
Camalich morì subito.
Una tragedia mai dimenticata.
Ieri i soci dell'associazione volontari del Masise, come hanno fatto nei precedenti 25 anni, hanno ricordato Camalich con una cerimonia semplice, lì sulla collina di morte, alla presenza di forestali, carabinieri e volontari.
"Questa volta - dice Luigia Cappai, presidente del Masise - abbiamo dare alla ricorrenza un significato più ampio. Abbiamo voluto esprimere un pensiero, un ricordo a tutti quanti in Sardegna sono caduti nella lotta al fuoco, grande nemico di tutto e della Sardegna. Onoriamo la memoria di quanti per difenere la natura, la nostra Sardegna, hanno dato la vita. Ricordiamo gli incidenti aerei di Limbara, (1981) di Laconi (1985), di Curragia (1983). E poi Porto San Paolo e San Pantaleo, nel 1989 con 19 morti. Un sacrificio pesantissimo come lo è stato quello di Simeone Camalich".
"Ricordiamo - ha aggiunto Cappai a nome di tutta l'associazione - anche i defunti della nostra associazione. Il Masise ha compiuto 35 anni con oltre mille soci: in questi anni, in tanti ci hanno lasciato. Li vogliamo ricordare assieme a chi è morto nel fuoco. Trentacinque anni di sacrifici, di soddisfazioni. Siamo stati in Albania, in Romania, in Piemonte, in altre parti d'Italia a prestare la nostra opera. Il Masise (che riunisce i volontari di Maracalagonis, Sinnai e Settimo, da qui la sigla, ndr), hanno voglia di continuare, di contribuire alla salvaguardia della Sardegna, anche quest'anno colpita duramente dal fuoco".