Dopo cinque anni sono riuscito a sfrattare l’inquilina che da tempo non pagava più l’affitto. Quando siamo andati con l’ufficiale giudiziario, abbiamo scoperto che la mia casa era stata trasformata in una discarica. Dentro la proprietà ho trovato sette cani e un gatto, ma anche tonnellate di rifiuti, centinaia di scatole vuote di alimenti per animali e l’interno ricolmo di cibo e feci”. L’incubo di Matteo Isola, cagliaritano di 52 anni, si è materializzato il 3 ottobre, quando con l’ufficiale giudiziario, un fabbro, alcuni accalappiacani ed i carabinieri, hanno dato corso al recupero forzato della casa di campagna, a Sant’Isidoro,che aveva affittato nel 2015.

Centinaia di contenitori di alluminio accatastati nel giardino (L'Unione Sarda)
Centinaia di contenitori di alluminio accatastati nel giardino (L'Unione Sarda)
Centinaia di contenitori di alluminio accatastati nel giardino (L'Unione Sarda)

La vicenda

“L’avevo affittata con regolare contratto – racconta -, e tutto era andato bene sino all’agosto 2018, quando prima i pagamenti degli affitti hanno iniziato ritardare, poi più nulla. Ho provato più volte a contattare l’inquilina su Whatsapp e sui social, ma è stato impossibile perché ero stato bloccato. A quel punto mi sono affidato all’avvocato Francesco Mastino e abbiamo avviato la pratica per lo sfratto”. Perché per la pronuncia del giudice ci sono voluti ed il provvedimento è diventato esecutivo il 6 febbraio 2020, ma di lì a poco è scatto il blocco degli sfratti per via dell’epidemia da Covid.  “Come hanno sbloccato tutto –  prosegue – siamo andati con l’ufficiale giudiziario il 21 settembre, ma abbiamo trovato che nel terreno erano state erette delle recinzioni alte due metri in rete metallica e che all’interno c’erano dei cani. Per tutelare l’incolumità di tutti, a quel punto, l’ufficiale ha deciso di rimandare l’esecuzione”.

Matteo Isola (L'Unione Sarda)
Matteo Isola (L'Unione Sarda)
Matteo Isola (L'Unione Sarda)

L’intervento

“Torniamo il 3 ottobre con le forze dell’ordine e due operatori del canile Shardana chiamati per garantire la sicurezza”, chiarisce Matteo Isola, “i cani vengono immobilizzati e vediamo che nella proprietà non c’è nessuno, ma ci troviamo davanti uno scempio. All’interno è tutto pieno di escrementi e cibo per animali, c’è un cane in condizioni disperate e, nelle gabbie, altri quattro che vengono tenuti separati. Alla fine viene fuori che ce ne sono sette, 6 con il microchip e uno senza. Ci sono rifiuti di ogni genere: frigoriferi, scaldabagni, materassi, lavatrici, pompe di calore, tutti ammucchiati, assieme a cumuli di scatolette di alimenti per animali. Per poter riavere il possesso della mia casa sono stato costretto a diventare custode dei cani e di un gatto, ma non so come fare”.

La villetta di Sant'Isidoro (L'Unione Sarda)
La villetta di Sant'Isidoro (L'Unione Sarda)
La villetta di Sant'Isidoro (L'Unione Sarda)

L’appello

Da qualche giorno Matteo Isola è tornato in possesso della sua casa che è stata trasformata in un letamaio. “Non so come fare - protesta – sei cani avevano il microchip, dunque sarebbe stato facilissimo individuare il proprietario e riconsegnarglieli. A distanza di una settimana ancora non è stato fatto. Invece sono stato costretto a diventare il loro custode giudiziario e ora per legge dovrei occuparmene e spendere un mucchio di soldi, per poi rifarmi sull’ex inquilina che non ha nulla e che, magari, sta accumulando altri cani da un’altra parte. In più non so come smaltire queste tonnellate di rifiuti. Mi sono informato e anche questo, in teoria, sarebbe a carico mio, con una successiva rivalsa delle spese. Di fatto sono piombato in un incubo e non so più come uscirne. Chiedo alle istituzioni di aiutarmi, perché già ho sopportato spese ingenti e non so come fare. Non è giusto che debba occuparmi di questi animali, rischiando la mia incolumità, e pagare migliaia di euro per ripulire tutto”.

Francesco Pinna

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