Tantissimi fedeli hanno affollato la chiesa di Santa Chiara per assistere alla sacra rappresentazione de ‘Su Scravamentu’, uno di quei momenti che esprime la fede e la devozione di tutta la comunità sangavinese.

Così quest’antica tradizione, che si ripete da oltre trecento anni,  si è concretizzata anche quest’anno, quando, sotto gli occhi delle centinaia di fedeli il Cristo è stato calato dalla croce.

‘Su Scravamentu’ è testimoniato in diversi centri della Sardegna, ma a San Gavino Monreale questa sacra rappresentazione si è conservata inalterata nei secoli e neppure la guerra è riuscita ad interromperla. Basti pensare che la stessa croce del Cristo, utilizzata ancora oggi nel rito è stata costruita nel 1745 e lo stesso Cristo risale alla prima metà del Settecento.

Molto toccante il discorso del sacerdote, don Marco Statzu, che ha ricordato il conflitto in corso in Terra Santa e le tante guerre nel mondo e in particolare in Africa in Congo, in Sudan e in Nigeria dove tantissimi cristiani vengono perseguitati. Un appello alla pace è stato lanciato anche dal parroco don Pierangelo Zedda.

Poi il via alla processione con i simboli della Passione di Cristo: i confratelli di santa Croce, accompagnati dal sacerdote e dai presenti, hanno portato in processione il Cristo nella chiesetta di santa Croce in un clima di silenzio e di preghiera. 

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