"Samuele si poteva salvare: soccorsi in ritardo", la denuncia dopo la morte del ciclista
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Nemmeno una radio funzionante nella caserma dell'Ente foreste per chiedere aiuto. Poi un masso che ostruisce la strada dallo scorso marzo e l'elisoccorso arrivato addirittura da Alghero.
Samuele Manca, il ciclista cinquantenne di Capoterra morto una settimana fa nella zona di "S'enna e sa craba", a Monti Nieddu, dopo aver avuto un malore, forse si poteva salvare.
Manca ha avuto un attacco di cuore in un punto in cui i cellulari non ricevono, dove anche gli operai dell'Ente foreste sono completamente isolati.
I fratelli Sandro e Roberto Caboni di Capoterra avevano incontrato Samuele su un sentiero di montagna, per poi proseguire la strada assieme: non sapevano che di lì a poco sarebbero stati i testimoni della sua morte.
"Le nostre strade dopo poco avrebbero dovuto separarsi, ma abbiamo notato che non si sentiva bene, quindi siamo rimasti con lui - racconta Sandro Caboni -, quando siamo arrivati in prossimità della caserma dell'Ente foreste la situazione è precipitata. Mentre io gli praticavo un massaggio cardiaco, mio fratello ha cercato aiuto: purtroppo i nostri telefoni non funzionavano e l'unica radio della caserma era rotta".
L'ALLARME - Non è restato che cercare un punto coperto dal segnale del telefonino: Roberto Caboni con un operaio della forestale si è spostato di 4 chilometri in auto, mentre suo fratello continuava a cercare di rianimare Samuele.
La pattuglia della Guardia forestale è arrivata solo cinquanta minuti dopo: l'elisoccorso è giunto da Alghero, quando lo sfortunato ciclista era già morto.
In più, la zona, è impossibile da raggiungere per i mezzi a causa di un grosso masso precipitato in mezzo alla strada, che nessuno dallo scorso marzo si è ancora preoccupato di rimuovere: anche i vigili del fuoco hanno faticato per farsi largo e raggiungere la zona in cui si trovava il ciclista.
RABBIA E DOLORE - "Provo una grande rabbia - dice Sandro Caboni -, assistere impotente alla morte di una persona è davvero scioccante, continuo a chiedermi se con le dovute contromisure Samuele si sarebbe potuto salvare. La zona montana di 'S'enna e sa craba' è crocevia di tantissimi appassionati della mountain bike, di escursionisti diretti a uno dei posti più belli di queste montagne come le cascate del Riu Alinu, e nel periodo autunnale di cercatori di funghi: mi chiedo come sia possibile che nel quartier generale dell'Ente foreste non ci sia la possibilità neppur di creare un ponte radio e chiedere aiuto, o non abbiamo in dotazione un defibrillatore. La speranza è che la morte di Samuele svegli qualche coscienza".