I calcoli alla colicisti erano diventati un problema. Così Maurizio Manca, 63enne di Bosa ha deciso di farsi operare, per dire addio al pensiero e ai dolori. Peccato però che l’intervento, fissato per il 18 marzo al Brotzu di Cagliari, non sia mai stato eseguito, tra ritardi e posticipi che il paziente, come lui stesso ha raccontato in una lettera scritta a Unionesarda.it, non ha accettato.

Pagato il ticket, al primo tentativo di prenotazione andato a buon fine sul portale CupWeb, tutto lasciava sperare che la visita chirurgica sarebbe stata eseguita nei tempi fissati. Ma le cose, a ridosso del “giorno x” hanno preso una piega diversa. «Venerdì 15 alle 9.44 ricevo una telefonata da un numero fisso, con il quale mi hanno comunicato che l’appuntamento era stato posticipato al 4 aprile, ben 17 giorni dopo, causa carenza di personale». La nuova data viene confermata dagli operatori del Cup Sardegna qualche ora dopo, quando Manca, per sicurezza, ha deciso di richiamare: «Mi hanno assicurato che le modifiche sarebbero comparse nell’area personale del sito, anche se questo non è mai accaduto».

Un’odissea, quella dell’intervento, destinata a non finire qui. Stamattina l’ultimo capitolo, con l’ennesima chiamata – questa volta da un cellulare – con la quale «hanno spostato la visita causa un intervento di trapianto. Erano le 7.42», specifica il paziente che alla fine ha deciso di desistere e optare per il privato. Nello sconforto, tra le righe della lettera, alcune considerazioni, partendo dal fatto che – non risultando da nessuna parte le modifiche al primissimo appuntamento – «dagli atti risulterà comunque che la struttura rispetta gli impegni e le tempistiche».

 «Ho bruciato due giorni di ferie, creando un grande disagio all’azienda in cui presto servizio – confessa Manca –. La chiamata relativa all’ultimo rinvio è stranamente arrivata da un numero mobile e il disagio lamentato é ormai comune a molti cittadini anonimi e muti, ma solo perché rassegnati. La carenza di personale, gli esigui stanziamenti di bilancio ed altre difficoltà poco influiscono sulla vergognosa situazione, perché il servizio pubblico si basa ormai su dati e statistiche fasulle, su un politically correct che è sinonimo di menzogna. Ma quando la smetteremo di prenderci in giro?».

(Unioneonline/v.f.)

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