Svolta nell'omicidio di Giuseppe Pintore, assassinato lo scorso 6 marzo nelle campagne di Maracalagonis: ieri sera gli investigatori della Squadra mobile di Cagliari hanno fermato un compaesano della vittima, sospettato di aver ucciso il pensionato ottantenne con due colpi di pistola.

Gli agenti, nell'inchiesta coordinata dal pubblico ministero Emanuele Secci, si sono presentati nell'abitazione dell'uomo - un po' più giovane di Pintore - sequestrando indumenti e un'arma. Se sia la pistola usata per uccidere il pensionato lo si scoprirà grazie a ulteriori accertamenti. Ieri notte il sospettato è stato accompagnato in questura e sottoposto a fermo. Un'operazione, con la collaborazione degli esperti della scientifica, svolta nel fitto riserbo. Non si conosce ancora il movente dell'omicidio. Pintore non aveva nemici e le poche conoscenze sono da ricondurre alla zona dove vive e al bar che frequentava ogni giorno. Il corpo del pensionato era stato ritrovato nella sua auto venti giorni fa.

L'ipotesi del suicidio era stata scartata subito: non c'era nessuna arma nelle vicinanze del corpo. Gli investigatori, coordinati dal dirigente Roberto Pititto e dal vice Michele Mecca, hanno ricostruito gli ultimi giorni di vita della vittima, scavato nel suo passato e nelle sue conoscenze. Alla fine le attenzioni si sono concentrate su un compaesano che conosceva Pintore. Ieri sera la svolta.

Matteo Vercelli
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