In Kosovo era arrivato soltanto da un paio di giorni. Pieno di entusiasmo, come sempre quando partecipava a una missione, fiero e coraggioso, felice di stare con i suoi amati cani. Claudio Cadeddu, quartese, 47 anni, non avrebbe mai potuto immaginare che quella sarebbe stata la sua ultima volta.

Nelle strade del Kosovo ha trovato la morte: mentre era diretto a Pristina si è scontrato frontalmente con un mezzo civile che, secondo le ricostruzioni, pare viaggiasse contromano. Con lui c’era anche una sua collega rimasta ferita e i loro due cani trasportati in un campo dell’unità veterinaria di Kfor.

La notizia tragica è piombata come un fulmine a ciel sereno a Quartu, nella sua città che aveva lasciato quando aveva appena 18 anni, per inseguire il suo sogno, quello della carriera militare nel reparto cinofilo. Dopo infatti un’esperienza alla Monfenera a Cagliari si era trasferito a Grosseto dove lavorava al centro veterinario militare. La mamma, il papà e il fratello minore, nella loro casa nel quartiere di Santo Stefano si sono chiusi in un dolore muto. Mai avrebbero creduto di perdere il figlio in questo modo, anche se ogni volta che partiva per fare quello a cui mai avrebbe rinunciato, i timori erano sempre chiusi nel cuore.

E Claudio appena poteva tornava nella sua città e dalla sua famiglia, anche se ormai la sua vita era altrove, con la moglie e con la figlia di nove anni appena, strette adesso in un dolore inconsolabile.

Claudio, a detta di tutti quelli che lo conoscevano, era un ragazzo dal cuore d’oro e faceva il suo lavoro in maniera seria e scrupolosa, accompagnato sempre dal suo grande amore per gli animali. I cani erano un pezzo della sua vita e lo accompagnavano sempre. Anche in Kosovo nel giorno di quel maledetto incidente. Ed è sui cani che ha incentrato la sua carriera operando nel reparto cinofilo. E con loro ha partecipato a tante missioni ed era orgoglioso di avere realizzato il suo sogno.

Intanto ieri parole di cordoglio sono arrivate anche dall’ambasciatrice della Repubblica del Kosovo in Italia Lendita Haxhitasim, che ha espresso tristezza e vicinanza <alla moglie, alla figlia e a tutti i familiari di Claudio Cadeddu, il militare in servizio nella base di Peja tragicamente scomparso in un incidente stradale in Kosovo> e rinnova <apprezzamento e gratitudine per il lavoro importante e altamente professionale che stanno svolgendo gli italiani del contingente Kfor nel Kosovo>.

In precedenza erano arrivate invece le condoglianze del capo di Stato maggiore dell’esercito Pietro Serino e del ministro della Difesa Guido Crosetto. E tanti i messaggi di cordoglio anche suoi social da parte di chi ha conosciuto Claudio ed è ancora attonito davanti alla notizia della sua morte arrivata così improvvisa e inaspettata.

Il contingente italiano che opera in Kosovo nella missione Kfor è composto da uomini dell’Esercito e dei Carabinieri con oltre 800 unità, 137 mezzi a terra e un aereo. A guidare la missione di pace è proprio l’Italia con il generale di divisione Angelo Michele Ristuccia. Sono presenti militari che operano nel comando Nato mentre del contingente fanno parte uomini dell’undicesimo reggimento bersaglieri e dei carabinieri. All’interno c’è anche il personale del centro militare veterinario di Grosseto di cui faceva parte anche Claudio Cadeddu che nella missione operava con le unità cinofile.

Giorgia Daga

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