Comitato No Tyrrhenian Link e sindaco di Quartu, Graziano Milia: è ancora scontro. 
Ad accendere le polveri, stavolta, sono due immagini pubblicate dal primo cittadino sul suo canale Telegram, dal quale ogni giorno aggiorna chi lo segue sulle sue posizioni riguardo vicende internazionali, nazionali e locali.  Compaiono due disegni di Pinocchio: in una il burattino indossa una maglia con su scritto “No T-Link”, nell’altra “Sì Co2”. Il colore è giallo, come quello delle casacche del comitato che protesta contro il cavo di Terna che approderà a Terra Mala. I contestatori s’infuriano, il primo cittadino replica diffondendo video  e messaggi che incitano alla violenza contro di lui. 

Il comitato 

«Milia, ancora una volta non esprimendosi sul merito dell’istanza mosse dai cittadini, preoccupati del progetto del “Tyrrhenian Link”, ne denigra l’operato attraverso la diffusione tra centinaia e centinaia di cittadini quartesi di immagini che riproducono Pinocchio», si legge in una nota del comitato. 
«Noi non siamo bugiardi, noi siamo cittadini consapevoli che questa infrastruttura è solo l’ennesima servitù», prosegue l’attacco, «che si inserisce nell’ottica della speculazione energetica in atto in Sardegna, che non servirà ai cittadini sardi ma solo ad esportare energia a beneficio di altri oltre Tirreno».

Il sindaco Milia «a quattro giorni dal consiglio comunale nel quale abbiamo reiterato la richiesta di svolgimento di un Consiglio Comunale aperto, portata avanti anche da due capigruppo dell’opposizione in consiglio (Francesco Piludu e Barbara Cadoni), invece di attivarsi affinché venga stabilita una data, pubblica immagini denigratorie».

Milia, in un video, aveva assicurato che del maxi cavo i quartesi quasi non si sarebbero accorti. «Avevamo già denunciato quanto fossero  non veritiere le dichiarazioni del sindaco.  Ciò che è vero invece è che il cavo approderà a Terra Mala, zona a mare favolosa, a cento metri di distanza da Mari Pintau, zona Sic. I documenti», sostiene il comitato, «smentiscono queste palesi menzogne perché il cavo attraverserà centinaia di chilometri di terre private andando ad imporre servitù di passaggio nei terreni di centinaia di cittadini quartesi ignari di quanto stia accadendo nel territorio e che pende attualmente una richiesta di concessione cinquantennale del mare».

Ignari «perché Terna non ha rispettato le norme sul dibattito pubblico, l’istituto di diritto posto a garanzia della democrazia partecipativa e previsto dal codice dei contratti pubblici e della normativa europea, violazione oggetto dell’esposto che abbiamo presentato alla Procura della Repubblica».

Il sindaco

Milia replica usando la tecnologia. Sui social pubblica lo screen di un messaggio whatsapp. Si vede il suo volto e qualcuno che scrive: «Costui è un miserabile, sarebbe da andare lì  puntargli in faccia». Sottinteso: un’arma. A corredo c’è anche un audio: si sente una donna che sostiene sia necessario «prenderlo a calci in faccia: altro che comunista, ha la villa a Torre delle Stelle, lo conosco bene». Casa che Milia però non possiede. Il primo cittadino sottolinea: «Con tutte le minacce che continuo a ricevere da mesi, l’ironia voleva essere un modo per sorridere e rasserenare gli animi. Ma mi pare che la via della verità e della ragione sia irrimediabilmente smarrita».

(Unioneonline/E.Fr.)

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