Un bidone, bicchieri e buste di plastica: questo è il desolante bottino che Alessio ha recuperato oggi pomeriggio durante il suo consueto giro in canoa da Geremeas a Mari Pintau, lungo le coste della Sardegna orientale. «Doveva essere una passeggiata rilassante», racconta Alessio, ancora scosso, «invece insieme ad altri due amici mi sono ritrovato a dover raccogliere plastica di superficie». Sgomento, assicura di non aver mai visto una situazione simile in questa zona. «Lungo il tragitto abbiamo incontrato due adolescenti in sup: anche loro hanno raccolto tanti bicchieri. È vergognoso».

Il mare cristallino dell’Isola, famoso per le sue infinite sfumature di azzurro, si ritrova così soffocato da rifiuti di plastica. Quella che dovrebbe essere una delle meraviglie naturali più incontaminate, un paradiso per turisti e residenti, viene sempre più frequentemente minacciata dall’incuria e dalla mancanza di rispetto per l’ambiente.

Un’esperienza non isolata quella dell’uomo, professionista cagliaritano. Episodi simili, infatti, si ripetono con allarmante regolarità, segnalando un problema che non può più essere ignorato. «La plastica non solo deturpa il paesaggio, ma rappresenta un grave pericolo per la fauna marina e, di conseguenza, per l’ecosistema intero», ricorda l’uomo.

La raccolta di rifiuti da parte di cittadini volenterosi, come Alessio e i due giovani in sup, è ammirevole e fondamentale. Ma non basta. È necessaria una maggiore consapevolezza collettiva e, soprattutto, interventi concreti per proteggere il mare e le sue creature. «Solo con uno sforzo comune si potrà sperare di preservare la bellezza naturale delle coste sarde per le future generazioni».

© Riproduzione riservata