Cagliari, il Dipartimento di Fisica chiede lo stop alla cooperazione accademica con Israele
Nero su bianco anche l’invito a non partecipare a bandi per progetti congiunti bilaterali con Tel AvivPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Bloccare ogni forma di cooperazione accademica bilaterale con istituzioni israeliane. È la richiesta contenuta nella mozione approvata oggi dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Cagliari contro la politica del governo di Tel Aviv nella Striscia di Gaza.
Alla base della presa di posizione resta «il valore fondamentale della collaborazione scientifica come spazio di libero dialogo, ponte tra i popoli e portatrice di pace e solidarietà». Allo stesso tempo, si sottolinea come «il Dipartimento non possa restare indifferente rispetto alla violazione di principi etici fondamentali quali il rispetto della dignità umana e dei principi basilari del diritto internazionale».
Da qui la triplice richiesta: al Governo italiano di sospendere l’Accordo di Cooperazione Industriale, Scientifica e Tecnologica con Israele; al Senato accademico dell’Università di Cagliari di esprimersi contro ogni intesa presente e futura con istituzioni accademiche israeliane; e a docenti e ricercatori di non partecipare a bandi per progetti congiunti bilaterali «fintantoché perdurino tali violazioni.
Il Dipartimento motiva la sua decisione con «l’impossibilità di ignorare le gravissime violazioni del diritto internazionale in atto nella Striscia di Gaza», dove l’attuale campagna militare israeliana ha provocato centinaia di migliaia di morti e feriti, «tra cui un numero impressionante di bambini, donne e civili inermi, oltre a giornalisti, personale medico e operatori umanitari».
Le città «sono state rase al suolo, ospedali e università colpiti senza distinzione, in un’escalation di violenza che ha assunto i tratti di una catastrofe umanitaria e di un genocidio. Una situazione già oggetto di condanna da parte delle Nazioni Unite, della Corte Internazionale di Giustizia e di numerose organizzazioni umanitarie, che parlano apertamente di crimini di guerra e contro l’umanità».
(Unioneonline/v.f.)
