Il superbatterio “Conan” è la forma di vita più resistente alle radiazioni. Così come emerge da uno studio degli specialisti dell'Università di Cagliari, Dario Piano e Domenica Farci, sarebbe capace di eliminare le scorie radioattive e sarà utile per il settore delle nanotecnologie e la produzione di antibiotici. Il lavoro è stato pubblicato dalla rivista Pnas.

Il duo di docenti si occupa da oltre un decennio – nel dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente, facoltà di Biologia e farmacia –, del Deinococcus radiodurans, volgarmente battezzato Conan. Ma è recente la ricerca focalizzata sull'involucro cellulare del batterio.

Il suo nome, utilizzato dagli addetti ai lavori, sarebbe però diverso: Dra, scoperto nel 1956 durante gli esperimenti per la sterilizzazione del cibo in scatola con i raggi gamma. «Dopo averlo isolato, è emersa la sua capacità di resistere a dosi di radiazioni gamma fino a quindicimila volte superiori a quelle sufficienti a uccidere un uomo. Altre sperimentazioni hanno successivamente evidenziato che resiste a congelamento, essiccazione, fluttuazioni di temperatura. Nel 2015 un esperimento compiuto a bordo della stazione spaziale internazionale, ha dimostrato che il Deinococcus radiodurans è stato in grado di sopravvivere per un anno anche fuori dalla stazione orbitante», dice Piano.

La Farci sottolinea invece: «È sorprendente anche la sua capacità di autoprotezione e di rapida riparazione del Dna. Per alcuni scienziati russi e americani la sua evoluzione potrebbe avere avuto luogo su Marte per poi diffondersi sulla Terra dopo un impatto meteorico. Ma potrebbe essere vero il contrario: un batterio terrestre potenzialmente in grado di migrare nell'universo portando la vita su altri pianeti».

La ricerca è stata finanziata dal National science center (Polonia) e realizzata in collaborazione con la Warsaw University of Life Sciences, Central european institute of technology Masaryk University (Repubblica Ceca) e Umea University (Svezia).

(Unioneonline/v.f.)

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