A Sinnai la prima messa di Don Claudio, 27 anni: «Seguite la voce dentro di voi, è quella di Dio»
Da bambino voleva fare il medico: «Ci sono riuscito, diventando “medico delle anime”»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Come ai bei tempi. Anche il vicinato, nella via Piemonte, a Sinnai, parrocchia di Sant’Isidoro, si è vestito a festa oggi per accogliere Claudio Pireddu, 27 anni, novello sacerdote di Sinnai. Ieri sera in cattedrale a Cagliari, ha ricevuto l’ordinazione dall’arcivescovo Giuseppe Baturi. Con le lacrime di commozione di mamma Teresa e di babbo Mariano. Una bella storia che sa quasi di favola in tempi in cui le vocazioni tra i giovani sono sempre meno. Oggi don Claudio ha celebrato a Sinnai, nella parrocchia di Sant'Isidoro, la sua prima Messa.
Cosa voleva fare da bambino?
«Dicevo di voler fare il medico. Ci sono riuscito, diventando “medico delle anime”».
La spaventa il solo pensare che oggi mancano tanti sacerdoti? Cosa direbbe per proporre ai giovani la vocazione al sacerdozio?
«Non abbiamo, penso, nessuna formula nascosta con cui risolvere i problemi. Abbiamo però la presenza di Dio che ci fa vivere in modo diverso le cose: non dobbiamo pensare che ci siano meno vocazioni, ma cosa spinga dei ragazzi di oggi a percorrere questa strada e a stare felici. Si sta per aprire il Giubileo della Speranza: io sono fiducioso. Abbiamo Dio al nostro fianco».
Cosa spinge un ragazzo di 27 anni a diventare prete?
«Ciò che mi ha spinto alla scelta del sacerdozio ministeriale non è qualcosa che si può racchiudere in uno o due eventi, ma un confermare, giorno dopo giorno, che la strada presa è quella adatta a me. Se dovessi riassumere il senso del mio essere sacerdote ad oggi, direi che il Presbitero è “colui che ricerca la presenza di Dio in ciò che la gente vive”. Ringrazio chi ha donato il proprio tempo per riconoscere Dio che parla nella mia vita».
Cosa vuole dire ai giovani di oggi?
«La vocazione è ciò per cui si sperimenta la necessità di creare, produrre nel mondo. Ecco l’invito: seguire la voce in cui ciascuno di noi si sente autentico, perché è lì che si incontra la voce di un Dio che chiama a una missione in questo mondo».