Prato: "Parenti assunti in Consiglio"Lombardo: "Mistificatore della realtà"
L'ex assessore regionale all'Agricoltura accusa: "Il Consiglio si è inventato l'ennesima norma clientelare". La replica della presidente Claudia Lombardo è immediata: "Mistifica la realtà per fini personali e per costruirsi un consenso politico".Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
La bordata dell'ex assessore all'Agricoltura, Andrea Prato, è un fulmine a ciel sereno. "Il Consiglio - accusa in un lungo e colorito comunicato - si è inventato l'ennesima norma clienterale: parliamo dell'articolo 6 della legge regionale del 13 settembre 2012 che autorizza i gruppi consiliari ad assumere nuove clientele". Non si fa attendere la risposta della presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo: "Nessun imbroglio, Prato ha preso un abbaglio. Il vero imbroglio è di chi manipola e mistifica la realtà per raggiungere i propri fini personali e cioè costruire un consenso politico con la facile demagogia ed il populismo in un momento in cui dilaga l'antipolitica".
IL COMUNICATO DI PRATO - Onorevoli consiglieri, per il bene dei sardi fermatevi! I disoccupati sardi possono attendere, per risolvere i loro problemi c’è tempo. In perfetto stile Fiorito “batman”, oggi spetta solo agli amici e parenti che possono essere assunti a chiamata diretta, tutti probabilmente già schedati e schierati. Che abbiate un curriculum o un burriculum, è indifferente, se siete nell’elenco degli amici bene, altrimenti continuate a soffrire. Confidando nella nostra fessaggine (ma non si facciano illusioni, il quinto moro è vigile), in barba alla volontà espressa nel referendum anticasta, il consiglio regionale si è inventato l'ennesima norma clientelare: stiamo parlando dell’art. 6 della LR 13 settembre 2012, n. 17, che autorizza i gruppi consiliari ad assumere nuove clientele. Il fatto che, tecnicamente, l’autorizzazione ad assumere sia stata nascosta in una sorta di piccola legge omnibus che si occupa di un po' di tutto, dai centri di servizi per il lavoro a norme sul personale e a favore del credito, non lascia grossi spazi al dubbio. Ci vogliono imbrogliare. Se non bastasse, la norma in questione aggiunge la beffa al danno: gli ormai ex dipendenti dei gruppi consiliari in tutto questo tempo hanno continuato comunque a prestare servizio in Consiglio regionale e solo recentemente, dopo la grande vittoria dei referendum e la riduzione dei contributi ai gruppi, sono stati assegnati agli uffici dell'amministrazione regionale, dove tuttora prestano servizio, lasciando i gruppi consiliari privi di “supporto”. Potevano i nostri onorevoli, dopo aver ingoiato la riduzione delle indennità, subire anche l'onta di rimanere privi di "portaborse"? Certo che no, ed ecco che adesso hanno posto rimedio, a modo loro e a spese nostre.
LA RISPOSTA DELLA LOMBARDO - "Nessuna assunzione di personale subordinato e tanto meno nessun imbroglio. L’ex assessore all'Agricoltura, Andrea Prato, ha preso un grande abbaglio e ho l’impressione che vi sia dolo. Infatti, la norma in questione, approvata dall'aula, è stata sollecitata dagli uffici del Consiglio regionale e si è resa necessaria per adeguare, alla nuova disciplina del lavoro intellettuale, la legge regionale 37 del 1995 che disciplina il personale dei gruppi consiliari.
Le modifiche approvate offrono l’opportunità ai gruppi consiliari di avvalersi di prestazione d'opera intellettuale. In sostanza consentono il ricorso a docenti o esperti di consolidata competenza su materie specifiche, superando il vecchio vincolo di limitare le prestazioni ai soli iscritti a un albo. Un’evoluzione dettata dalla nuova disciplina del lavoro e non dalla volontà del Consiglio regionale, che assicura comunque il divieto di contrarre rapporti di lavoro subordinato e di usufruire di prestazione d’opera autonoma per l’attività ordinaria. È importante ricordare come la disponibilità di personale subordinato a supporto dei gruppi può avvenire soltanto tramite comando di dipendenti di ruolo in servizio presso l’Amministrazione regionale o in altri enti pubblici. Il vero imbroglio è di chi manipola e mistifica la realtà per raggiungere i propri fini personali e cioè costruire un consenso politico con la facile demagogia ed il populismo in un momento in cui dilaga l'antipolitica. Non è credibile chi veste i panni dell'inquisitore, solo dopo essere stato costretto ad abbandonare l’assessorato all’Agricoltura, e istiga una caccia alle streghe disprezzando quella tanto agognata poltrona su cui si è già seduto. In un momento così difficile per i cittadini, è necessario assumere sempre più un ruolo di responsabilità ed evitare che il confronto decada a un livello di bassezza populista che istiga allo scontro".