Nel bilancio della Polizia postale e delle telecomunicazioni relativo al 2021, i dati del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online, Cncpo, fanno emergere un consuntivo che parla del coordinamento di 5.515 indagini, oltre 1.400 perquisizioni eseguite, 137 arresti e 1.400 denunce. I reati rilevati riguardano in particolare quelli che si sono sviluppati via web e attraverso le telecomunicazioni.

Tra le indagini più significative condotte dal Compartimento Sardegna c’è l’arresto di un 55enne residente a Olbia trovato in possesso di circa 2mila “file” di natura pedopornografica, tra cui anche materiale autoprodotto dall’uomo ritraente la figlia minore di una sua conoscente.

Per quanto riguarda le truffe, una 32enne moldava che si è resa responsabile del reato attraverso lo schema del “man in the mail” e di accesso abusivo a sistema informatico, possesso e fabbricazione di documento d’identità falso. Gli approfondimenti sono scattati dopo la denuncia presentata dalla parte lesa, contitolare di una ditta dell’Oristanese la quale si è accorta di essere stata raggirata dopo aver inviato del denaro a un conto bancario diverso da quello del fornitore. In pratica, nell’ambito della corrispondenza commerciale via e-mail tra l’azienda della vittima e quella fornitrice del Bergamasco, si è registrata la frapposizione di un soggetto terzo il quale, intercettando la mail, ha cambiato l’IBAN indicato nella fattura regolarmente emessa, inducendo così la vittima ad effettuare il bonifico a favore dell’IBAN del truffatore. Il conto sul quale è confluita la somma di denaro era stato attivato mediante la comunicazione di dati personali fittizi e l’esibizione di una carta d’identità contraffatta. Ma oltre a quel bonifico di oltre 10.000 euro, erano presenti le disposizioni on line di almeno altri due in uscita diretti a un conto estero. Risultavano poi altre 3 operazioni di bonifico in uscita, con causale “giroconto”, verso due conti dell’intestataria della carta d’identità contraffatta e attivati on line sempre presentando il documento e fornendo gli stessi dati personali. Grazie a un selfie ritraente l’indagata con in mano la carta d’identità falsa, una volta inserita tale immagine nel sistema “S.A.R.I.” (Sistema automatico di riconoscimento immagini) e la sua comparazione con le foto presenti nella banca dati del sistema, il personale della Sezione Polizia Postale e delle Comunicazioni di Oristano ha identificato l’autrice della truffa, la cittadina moldava.

C’è poi il capitolo sulla “truffa del bancomat”, con vari casi registrati in Sardegna che hanno portato alla denuncia di 10 persone tra il Cagliaritano e il Nuorese.

(Unioneonline/s.s.)

© Riproduzione riservata