Neppure il tiepido sole che oggi pomeriggio ha accompagnato l’uscita della salma di Claudio Manca dalla Cattedrale di San Pietro è riuscito a riscaldare i cuori affranti dei presenti. Tutta Terralba si è stretta attorno alla famiglia dell’uomo di 49 anni, ucciso in circostanze ancora oggetto d’indagine, in un momento di dolore collettivo profondo e ancora carico di incredulità.

All’esterno, per impartire l’ultima benedizione, anche il vescovo Roberto Carboni, che ha presieduto il rito funebre insieme ai parroci del paese. Dopo l’ultima preghiera, il vescovo ha abbracciato con dolcezza i genitori di Claudio, Ignazio e Stefania, la sorella Daniela, il cognato e i nipoti.

Durante l’omelia, monsignor Carboni ha cercato di portare conforto con parole semplici ma piene di umanità: «Non vorrei trovarmi qui oggi – ha detto – perché sarei voluto tornare a Terralba per celebrare le cose belle della vita. Invece siamo qui a salutare questo nostro fratello, convinti, come ci insegna il Vangelo, che il male non deve mai prevalere sul bene».

Ha poi esortato a guardare avanti, educando le nuove generazioni alla cultura del dialogo e non della violenza. In chiesa, tra la folla commossa, anche il sindaco Sandro Pili, in rappresentanza dell’amministrazione comunale: «Terralba è un paese smarrito – ha detto – che si interroga ancora su come sia potuto accadere un evento così tragico».

Al termine della funzione, molti riflettevano sulle parole pronunciate nei giorni scorsi dai parroci don Mattia Porcu e don Andrea Martis, che avevano lanciato un appello accorato alla comunità:

«Ogni nostra considerazione non vuole esprimere giudizi: spetterà a chi di dovere farlo. Ma davanti alla violenza non possiamo tacere. L’odio genera altro odio. Il male si può contrastare solo tendendo, come ci ricorda San Paolo, alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza».

I due sacerdoti avevano anche denunciato con forza il degrado sociale che attraversa anche le realtà più piccole: «È arrivato il tempo di fermarci. Basta parole: è tempo di agire davvero. Non possiamo continuare a far finta di nulla. Anche nella nostra comunità si sono smarriti i valori. Non possiamo ignorare che l’uso e l’abuso di alcol e droghe, tra giovani e adulti, sia ormai socialmente accettato. Non possiamo tollerare che egoismi e interessi personali prevalgano sulle relazioni e sulla vita comune».

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