Esattamente dieci anni fa Massimo Cenedese, 44 anni di Terralba, morì per una setticemia.

Il procedimento giudiziario ora compie un nuovo passo: diventa esecutiva, infatti, la sentenza del Tribunale di Cagliari che aveva condannato la Casa di cura Madonna del Rimedio di Oristano al risarcimento dei danni a moglie, genitori e fratelli della vittima.

In totale due milioni e duecentomila euro. I legali della famiglia Cenedese hanno inviato il precetto, se entro dieci giorni non si dovesse arrivare al pagamento della somma verrà avviato il pignoramento dei beni.

La vicenda risale alla fine del gennaio 2015: Massimo Cenedese, analista chimico e dipendente di un'azienda casearia di Arborea, era stato ricoverato alla Casa di cura. Durante l'intervento per l'asportazione della cistifellea qualcosa andò storto e gli venne perforato l'intestino. Una ferita che provocò un'infezione generalizzata gravissima. Il 44enne fu trasferito all'ospedale Santissima Annunziata di Sassari ma purtroppo ogni tentativo di salvargli la vita fu inutile e il 2 febbraio di dieci anni fa morì. A quel punto scattò l'inchiesta.

L’articolo completo su L’Unione Sarda in edicola, sull’app e sull’edizione digitale

© Riproduzione riservata