“L’obiettivo era proseguire un percorso di dialogo per aggredire il problema della sanità non più con la tecnica del muro contro muro, ma con la collaborazione e la condivisione”. Il sindaco di Oristano Massimiliano Sanna traccia un bilancio dell’assemblea pubblica che ieri ha chiamato a raccolta all’Hospitalis Sancti Antoni tutti i rappresentanti della città facendo emergere le tante criticità della sanità oristanese “quelle note da troppo tempo, ma è stata una proficua occasione di confronto, utile a predisporre una piattaforma programmatica, che darà più forza all’azione politica e istituzionale nei confronti del governo della sanità”.

“Voglio instaurare un rapporto costruttivo con tutti - ha detto Sanna -. Sono dalla parte dei cittadini, ma non è il Comune ad avere strumenti per risolvere i problemi della sanità: il Comune nostro compito è farci sentire e portare le istanze del territorio”.

Il primo intervento è stato quello di Maria Carmela Marras (Comitato per la salute): “Si è riusciti a non far chiudere pediatria ed emodinamica sta funzionando sia pure per 12 ore, 2 volte alla settimana, ma sono note le difficoltà del reparto di medicina dove siamo riusciti a perdere 3 medici (2 ematologi che si sono dimessi)”. “Chiediamo solo una cosa – ha aggiunto -. Come comitato e come cittadini vogliamo sapere chi è il nostro interlocutore visto che il Direttore generale non ci vuole incontrare. Allora il Sindaco deve essere il nostro interlocutore e darci risposte in tempi brevi”.

Il ruolo e le difficoltà delle strutture private convenzionate sono state al centro dell’intervento di Michele Cadeddu (Amministratore del Cam Oristano). Quelle dei diabetici sono state illustrate da Marcello Grussu (ANIAD). I sindacati confederali hanno rappresentato la loro posizione con Andrea Sanna (segretario della Cgil oristanese): “Cgil, Cisl e Uil hanno una piattaforma comune sulla sanità”.

Il ruolo della sanità privata è stato illustrato da Mario Alberto Floris (Direttore generale Casa di cura Madonna del Rimedio): “Dal 2005 la Casa di cura ha affrontato una importante svolta che ha consentito di dare un contributo di supporto alla componente pubblica. Il congelamento dei tetti di spesa ha portato alla progressiva erosione del potere di investimento delle strutture private”.

Sulla stessa linea Nazzareno Pacifico (Direttore Sanitario Casa di cura Madonna del Rimedio): “C’è un tetto fermo dal 2011. Per la Casa di cura è 10 milioni di euro, una cifra che nel 2011 consentiva certe cose, ma è evidente che nel 2022 non le può più garantire”.

Il dibattito è stato chiuso da Antonio Sulis (Presidente dell’Ordine dei Medici): “Cinque anni fa l’Ordine dei medici aveva lanciato l’allarme sulla situazione che si sarebbe determinata nel tempo: sulla carenza di medici e sulle strutture ospedaliere. Il Covid poi ha accentuato i problemi. Oggi diciamo che nel prossimo futuro avremo una grande carenza di medici di base con un iperafflusso di pazienti negli ospedali e con problemi in tanti reparti”.

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