Incendiata l’auto del sindaco di Mogoro, Donato Cau.

È successo ieri notte. Il veicolo, una vecchia Fiat Punto, era parcheggiato sotto l’abitazione del primo cittadino.

Sul posto Vigili del Fuoco e Carabinieri della stazione locale. Ancora da chiarire le origini del rogo ma potrebbe trattarsi di un incendio doloso.

«È un fatto increscioso, mi dispiace per la mia famiglia, per mia moglie e per la paura che ha innescato questo episodio. Non è una bella esperienza», ha detto Cau. «Abbiamo sentito un boato intorno alle 23.30, ci siano affacciati alla finestra e abbiano visto il fumo e il fuoco uscire dalla nostra auto», ha spiegato la moglie.

L'ipotesi più probabile è quella dolosa anche se sul posto i vigili del fuoco non hanno trovato tracce di inneschi o materiale accelerante. I carabinieri della Compagnia di Mogoro hanno recuperato i filmati delle telecamere della zona e stanno sentendo i residenti.

Proprio una pattuglia del Radiomobile che passava alle 23,30 da via d'Arborea si è accorta immediatamente dell'incendio dell'auto. I militari hanno perlustrato la zona ma non hanno trovato nessuno. «È un'esperienza che non auguro a nessuno», ha ribadito il primo cittadino.

SOLINAS – «Un atto intimidatorio gravissimo e ancora più odioso e vigliacco perché commesso contro il primo rappresentante delle istituzioni nel territorio, al lavoro in prima linea per il bene della sua comunità», è il commento del presidente della Regione, Christian Solinas. «Davanti a questi atti violenti, che purtroppo si ripetono con preoccupante frequenza, c’è bisogno di una ferma condanna da parte delle istituzioni e di tutti i sardi. Massimo sostegno dev’essere dato al primo cittadino di Mogoro, a tutti gli amministratori locali che in questi anni hanno dovuto subire minacce e pesanti intimidazioni e alle forze dell’ordine impegnate a garantire la sicurezza nel territorio”, conclude il governatore.

PAIS – Solidarietà a Cau arriva inoltre dal Consiglio regionale: «La lunga serie di atti intimidatori messi a segno contro chi si occupa in prima persona del bene delle comunità è l’espressione peggiore di inciviltà – scrive in una nota Michele Pais, presidente dell’Assemblea –. Chi usa la violenza per intimidire va fermato e condannato senza attenuanti. Sono certo che il sindaco Cau  non si farà intimorire e proseguirà la sua azione con la determinazione necessaria per il bene della sua comunità». Per Pais è necessario essere uniti per contrapporsi ad un fenomeno che si sta ripetendo con troppa frequenza: «Non possiamo abituarci a questi atti criminali o rassegnarci all'idea che in Sardegna passi il messaggio che gli amministratori pubblici possano essere bersaglio di delinquenti comuni, che vanno puniti e emarginati socialmente».

(Unioneonline/v.f.)

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