Leggerezza, improvvisazione e il solito scaricabarile finale. Tre parole per riassumere i motivi che hanno portato giovedì all'annullamento dell'amichevole del Cagliari con il Tortolì, al campo Tharros a Oristano. A sole 24 ore dalla vicenda, che ha fatto fare una figuraccia alla città, i protagonisti si scaricano le responsabilità, tentando di costruire motivazioni valide.

L'elenco dei cattivi inizia da Giuseppe Casu , presidente dell'Oristanese calcio che ha inviato la richiesta al Comune solo martedì mattina: "Siccome non ci sono mai stati problemi, non pensavo che questa volta fosse diverso".

Ma neppure il Comune si salva: anche gli amministratori pensavano che tutto sarebbe andato come sempre, i problemi del campo erano noti a tutti, ma, come altre volte, una firma del sindaco avrebbe risolto tutto.

NUOVE REGOLE - Purtroppo per tutti le regole dopo i fatti di Torino sono cambiate. Vincolante la circolare Gabrielli che impone il sopralluogo della "Commissione di vigilanza sui pubblici spettacoli". Mercoledì mattina l'ufficio tecnico ha quindi convocato la commissione (in sonno dal 2005) a poche ore dalla gara.

Al termine del sopralluogo è arrivato il responso: agibile solo il campo, non le tribune. In parole povere: si può giocare ma senza pubblico sugli spalti. L'Oristanese a quel punto decide di annullare la gara. Impossibile far entrare tutti i tifosi che hanno pagato il biglietto.

IL SINDACO - "Ho tentato di trovare una soluzione per far disputare la gara - racconta il sindaco Andrea Lutzu - assumendomi ogni responsabilità, ma non è stato possibile. Al contrario di altri luoghi dove sono state giocate le partite del Cagliari, anche recentemente". Il sindaco non pronuncia mai il nome del Comune di Aritzo, ma è di quel campo che ovviamente si parla.

"Noi non abbiamo richiesto il parere della commissione comunale - spiega il sindaco di Aritzo Gualtiero Mameli - il nostro campo è omologato per diverse categorie. In occasione della partita del Cagliari ho firmato personalmente l'autorizzazione assumendomi ogni responsabilità - spiega - In campo c'erano tutte le forze dell'ordine, compresi i vertici di prefettura e questura. Nessuno ha avanzato problemi sulla sicurezza".

Campi diversi, sindaci diversi. Ma la circolare Gabrielli parla chiaro e il dirigente dell'ufficio tecnico di Oristano non se l'è sentita di firmare il nulla osta. "Non mi sono assunto alcuna responsabilità spiega l'ingegnere Giuseppe Pinna - perché già dal 2005, ultima data nella quale si riunì la commissione, erano stati messi in luce tanti problemi sulla sicurezza del campo. Da allora sono passati ben 12 anni e solo di recente sono state effettuate delle ristrutturazioni, ma le tribune sono rimaste le stesse".
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