Il comitato nato anni fa a Ghilarza in difesa dell’ospedale e della sanità nel territorio non ha dubbi tra sanità pubblica e privata. Sceglie la prima, ma per far fronte alle esigenze della popolazione in un momento in cui la sanità pubblica è in affanno opta per utilizzare tutti i mezzi possibili per garantire l’apertura dei servizi. 

«A pagare di più, oggi come sempre, è la fascia di popolazione più debole e indifesa e sono i territori più isolati e marginali, come quello compreso tra i confini del Guilcier e del Barigadu, del Montiferru e del Marghine, esteso anche a tutta l’area della Sardegna Centrale che vive in condizione di profonda sofferenza. Da anni, ormai, il Comitato Civico per la difesa dell’Ospedale “Delogu”, spinto dalla sordità e dal temporeggiare irresponsabile della politica, ha scelto la piazza per difendere la piena funzionalità e la vita stessa del Presidio Ospedaliero di Ghilarza», sottolineano dal Comitato. E proseguono: «Il Comitato ha dovuto e deve prendere atto della gravissima carenza di personale sanitario anche in ambito regionale e della persistente indisponibilità ad accettare incarichi nei territori marginali da parte degli aspiranti alla copertura dei posti a regolare bando. La constatazione di tale stato di cose e di ritrovarci brutalmente vincolati all’alternativa dei medici “a gettone” o alla chiusura del Presidio di Primo Intervento, ci ha indotto e ci induce a superare ogni riserva e ogni dubbio: il servizio doveva e deve rimanere aperto e funzionante h 24 in qualsiasi modo e a qualunque costo, perché non erano e non sono sopportabili ulteriori amputazioni per un’area dove la medicina territoriale era e rimane in gravissima sofferenza, i medici di base latitano e gli specialisti sono ridotti a lumicino mentre proliferano le liste d’attesa arrivate, ormai, a superare anche i 18 mesi».

Il Comitato continua, dunque, la sua battaglia e ribadisce alcuni punti sulle scelte portate avanti, alcune, come precisano, non coincidenti con le posizioni ripetutamente dichiarate da diversi Comitati di altri territori.

«Sì, per extrema ratio, all’affidamento temporaneo dei servizi del Presidio di Primo intervento a medici “a gettone”, previa reale e comprovata impossibilità di coprire i vuoti di organico con regolari bandi di reclutamento di personale pubblico; sì alla copertura urgente dei vuoti di organico del Delogu nei servizi di Medicina, di Day surgery, di Radiologia e di Laboratorio Analisi e nel settore tecnico e amministrativo». Ed ancora: «Sì al rafforzamento del già avviato Ospedale di Comunità con la totale copertura dei posti in organico, garantendone la presenza non in termini sostitutivi ma integrativi del reparto di Medicina, sì alla dotazione di personale e di risorse per il  Poliambulatorio anche per abbreviare i tempi biblici delle liste d’attesa».

Il Comitato non ha dubbi neanche sul dire sì all’istituzione del Terzo polo sanitario integrato, sull’asse Oristano/Nuoro, «per superare il penalizzante duopolio Cagliari/Sassari e dare risposta organica ai bisogni sanitari della Sardegna Centrale. Sì a sostanziali e non occasionali incrementi delle retribuzioni del personal, anche per garantire appetibilità ai posti messi a bando».

Infine sì «al computo delle risorse impiegate per i medici “a gettone” nell’ambito delle disponibilità annuali del bilancio regionale attribuite alla sanità privata e non di quelle erogabili a sostegno del servizio pubblico».

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