Non avrebbe rispettato il divieto di "non concorrenza" e avrebbe aperto un negozio di abbigliamento vicino a un'altra attività a Oristano.

Dopo la condanna del Tribunale di Oristano e il ricorso respinto in Appello, adesso a chiudere definitivamente la disputa tra la Raggio Marco Giuseppe e la Willy&Co ci pensa la Corte di Cassazione. Con sentenza del 4 novembre scorso (pubblicata martedì 3 dicembre) i giudici respingono il ricorso della ditta Raggio, la condannano alle spese legali (20mila euro) e di fatto danno il via libera alle sentenze precedenti che avevano condannato l'azienda al pagamento di 2 milioni e 134mila euro.

La vicenda risale al 2013 quando il Tribunale aveva accolto l'esposto della Willy&Co contro la Raggio perché non aveva rispettato il divieto di non concorrenza che era stato previsto nel contratto d'affitto del ramo d'azienda siglato nel 2007 proprio con la Willy&Co. Aveva aperto, infatti, un altro negozio di abbigliamento in via Tirso 66 proprio a pochi passi dall'attività della Willy&Co in via Tirso 60.

Il Tribunale aveva condannato (in contumacia) la Raggio Marco alla chiusura del negozio e al pagamento di oltre 2 milioni di euro in favore dell'altra ditta che, secondo una consulenza, avrebbe perso un ingente fatturato dall'apertura del negozio di Raggio.

A quel punto la ditta aveva subito impugnato la sentenza di primo grado e presentato ricorso davanti alla Corte d'Appello insistendo su vari aspetti tra cui questioni formali come un difetto di notifica. I giudici cagliaritani però avevano respinto l'istanza perché presentata oltre i termini previsti. La battaglia non era finita là e la ditta Raggio Marco Giuseppe aveva tentato un'ultima carta con il ricorso in Cassazione per annullare i provvedimenti in favore della ditta Willy &Co (nel frattempo fallita).

Anche in questo caso si è insistito sui problemi di notifica dei provvedimenti, ma i giudici non hanno avuto dubbi e hanno bocciato il ricorso.

Valeria Pinna
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