Una casalinga di Oristano vince la battaglia legale contro Poste Italiane. Il caso riguarda i buoni fruttiferi postali della serie Q/P piazzati ai risparmiatori dopo il decreto del 1986 che istituiva la nuova serie “Q”, con rendimenti inferiori rispetto alla “P”.

Per questi titoli Poste ha continuato ad usare i vecchi moduli, omettendo di modificare l’indicazione stampata sul retro per l’importo maturabile dal 21esimo al 30esimo anno di vita.

Così la risparmiatrice, che aveva sottoscritto i buoni nel 1991 per un valore di 250mila lire, alla scadenza dei titoli si è vista negare il rimborso e si è rivolta ad Adiconsum Sardegna. L’associazione ha presentato ricorso all’Arbitro Bancario, vincendo.

Accogliendo il ricorso, l’Arbitro ha disposto che Poste paghi gli interessi. Ha inoltre deciso che l’azienda corrisponda a Banca d’Italia 200 euro come contributo alle spese della procedura e alla ricorrente ulteriori 20 euro come rimborso della somma versata per presentare il ricorso.

Parla di decisione «importantissima» il presidente di Adiconsum Sardegna Giorgio Vargiu: «Non solo perché riconosce ai risparmiatori il diritto di ottenere il rimborso previsto dalle condizioni apposte sui buoni, ma anche perché contraddice una precedente e controversa sentenza della Cassazione che, esprimendosi proprio sulla questione della serie di buoni Q/P, aveva dato ragione a Poste Italiane. Ora tutti i piccoli investitori cui Poste rifiuta di rimborsare correttamente i titoli possono avanzare analoghi ricorsi e veder riconosciuti i propri diritti».

(Unioneonline/L)

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