Hanno meno di sessanta giorni per fare i bagagli e trovare una nuova casa, così si legge nel documento di sfratto notificato lo scorso 30 settembre dall'ufficiale giudiziario. Ad Arborea c'è una famiglia che vive con la paura di non sapere dove andare se qualcuno non metterà a disposizione una casa.

Un incubo che si aggiunge ad un altro: nell'immobile che deve essere liberato vive un padre, una madre e tre bambini: il più piccolo a causa di diverse complicazioni  durante il parto (e per il quale è stata aperta anche un'indagine), è nato con diverse patologie e ha bisogno di cure costanti. 
Un dramma familiare che da giorni sta facendo parlare l'intero paese.

«Purtroppo sono invalido al sessanta per cento - racconta Mauro (nome di fantasia), il capo famiglia - Ricevo solo l'assegno di inclusione, 336 euro. Nulla, viste le tante spese per portare avanti la famiglia e affrontare tutti i nostri problemi. Solo l'affitto che ci viene chiesto è di 500 euro, poi ci sono le bollette e le spese di ogni genere. Proprio adesso mio figlio piccolo è ricoverato al Gemelli, dal venti settembre, a causa di complicanze dovute alla sua patologia: è stato trasportato dal Brotzu a Roma in elicottero».

La famiglia si è rivolta più volte agli amministratori comunali: «Abbiamo ricevuto solo qualche aiuto - racconta - Cifre irrisorie. A noi servono una casa e le risorse per poter vivere. È assurdo che per noi nessuno possa attivare un piano di emergenza».

Hanno in carico la vicenda gli avvocati Fabio Costa e Marco Mascia: «Lo sfratto è stato rinviato per fortuna già due volte - spiegano - Segno che qualcuno ha capito la grave situazione. Dalle varie interlocuzioni con i servizi sociali del Comune per ora è emerso però che non ci sono risorse disponibili nemmeno per questi casi. Oltre i pochi aiuti già arrivati. Ma ci dicono che non c'è nemmeno la disponibilità di un alloggio alternativo».

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