Il cadavere di Gianfranco Campus è rimasto per quasi due giorni nel terreno del suo presunto assassino, Angelo Garau. Una tomba provvisoria di frasche, sfiorata dai carabinieri durante la perquisizione nell'azienda dell'allevatore in carcere da mercoledì sera.

Non appena i Cacciatori di Sardegna hanno girato le spalle, il corpo di Campus è stato portato via con un trattore e sepolto in un altro luogo. Lo confessa Daniel Lucinet, il romeno arrestato per tentata estorsione, che afferma di sapere tutto sull'omicidio di Gianfranco Campus. Deposizione che ha portato in carcere Angelo Garau (52 anni), sospettato di aver assassinato il suo rivale ed ex amico assieme al servo pastore ventenne Gianluca Pittalis di Orune e alla terza persona per cui è stato richiesto il fermo di polizia giudiziaria: Nicolae Cristian Ciucà, il romeno che ha fornito l'alibi a Garau, prima di rientrare in patria e far perdere le tracce.

È il ricercato dell'inchiesta, è l'uomo che ha stordito Campus con un pugno, prima che Angelo Garau portasse a termine la sua vendetta di sangue: tre colpi da distanza ravvicinata dentro una Panda rossa. Auto sequestrata dai militari nel garage della casa di Codrongianos. La vecchia utilitaria dell'ex moglie di Garau, la donna che ha diviso gli amici di campagna. È il tradimento e la vendetta passionale tracciano il disegno criminale dell'inchiesta.

Il movente lo fornisce lo stesso Garau nelle intercettazioni telefoniche. Le voci di paese, la separazione dalla compagna sono elementi che conducono i carabinieri sulla tracce dell'allevatore, il suo sfogo al telefono con uno dei figli è un movente chiaro, chiaro: «Certo che sono contento per quello che è successo a Campus, ma la colpa è di lei che si è fatta possedere da quell'animale (frase detta in sardo)».

È la firma al delitto o il legittimo sfogo di un marito tradito che serve agli inquirenti un prezioso movente pur sapendo di essere intercettato? È il primo tassello accusatorio nell'ordinanza firmata dal pm Maria Grazia Genoese. Ma la base di tutto rimane il racconto di Daniele Lucient, il romeno in cella da venerdì per la tentata estorsione ai danni di Garau, architettata con la sarta sassarese Sonia Ortu. I racconti dei due giovani coincidono e tracciano l'intera notte del delitto. Ma è anche un racconto che Daniel ha saputo dal fratello che, a sua volta, ha raccolto le confidenza di Cristian Ciucà, presente durante il blitz omicida nel centro equestre la Contessa . Angelo Garau, il rumeno e Gianluca Pittalis la notte vanno a cena fuori. Poi trascorrono diverse ore nel night l'Egizia a Bancali. Dicono di andar via alle sei, ma il proprietario afferma che il gruppo lascia il locale alle 4 e 30. Paga Garau con un assegno e mostra al proprietario la carta d'identità.

Vanno via e raggiungono il maneggio in località S'Ena. Buttano giù la porta, immobilizzano dopo una breve collutazione Gianfranco Campus. Lo costringono a salire in auto, poi Angelo Garau lo uccide a pistolettate. Il corpo viene nascosto nell'azienda di Sos Montios. I carabinieri durante la perquisizione ci passano vicino, ma non si accorgono di niente. Poco più tardi l'assassino e i suoi complici lo seppelliranno in un'altra zona dell'azienda. Il giorno dopo si comportano come se niente fosse.

Puliscono l'auto e cercano di venderla a un carrozziere di Porto Torres. I romeni rientrano in patria e Adrian Lucinet, fratello di Daniel ed ex lavorante di Garau, inizia una serie di telefonate con richieste di denari sino a ottenere un bonifico da 1999 euro.

MAURIZIO OLANDI
© Riproduzione riservata