Tortolì, paziente Covid non risponde ai medici: scatta la mobilitazione, ma era dai parenti
Dopo l’allarme sono intervenuti vigili del fuoco, Usca, 118 e carabinieri. Dietro la vicenda un colossale equivoco
Allarme a Tortolì, dove una paziente in isolamento domiciliare perché affetta da Covid-19 non ha risposto al personale sanitario arrivato nella sua abitazione per una visita.
Preoccupati per le sue condizioni, i medici hanno quindi allertato i vigili del fuoco e i carabinieri. Poi, come da prassi, è scattata la procedura d'emergenza, con gli uomini del 115 e il team medico dell’Usca che hanno indossato le tute protettive anti-infezione, pronti per poter procedere all’ingresso d’urgenza nella casa. Sul posto anche un’ambulanza medicalizzata del 118.
Nel frattempo, i militari hanno contattato i familiari e i conoscenti della donna, scoprendo che tutta quella preoccupazione e quella mobilitazione erano superflue. La positiva, infatti, era a casa dei parenti.
UN ERRORE – L’accaduto è ora al vaglio dei militari e delle autorità sanitarie competenti, che potrebbero far scattare gli eventuali provvedimenti del caso. Da una prima ricostruzione però si è trattato solo di un equivoco: la donna non era uscita dalla sua abitazione ma stava facendo la quarantena proprio a casa dei parenti.
All’Asl di Lanusei, ha spiegato lei ai carabinieri, aveva indicato per la quarantena l'indirizzo di casa dei parenti e non quello della sua abitazione. Ci sarebbe stato dunque solo un errore di trascrizione.
(Unioneonline/l.f.)