Il caseificio Chiai di Bari Sardo è stato pioniere nella commercializzazione de su casu agedu sullo scenario internazionale. Oggi l’azienda piange la scomparsa di Davide Chiai, che insieme ai fratelli ha preso le redini del padre al timone del complesso industriale.

Aveva 49 anni, l’imprenditore stroncato da un malore improvviso. Un infarto che non gli ha lasciato scampo, nonostante il personale medico-sanitario, compreso quello dell’elicottero dell’Areus, abbia tentato di strapparlo alla morte. Lascia la moglie e quattro figli, il più piccolo dei quali nato pochi mesi fa.

Davide Chiai era imprenditore di larghe vedute. In piena pandemia aveva partecipato a una gara di solidarietà per aiutare le persone bisognose confinate a casa per il lockdown. Distribuiva casu agedu, prodotto nella sua azienda artigianale, per soddisfare la fame degli ultimi. «C’è un tempo per dare uno per ricevere. Finora sono stati i clienti - disse all’epoca in un’intervista a L’Unione Sarda - a farci crescere professionalmente. Ora tocca a noi andare incontro alle necessità di chi versa in condizioni di disagio. In questo momento delicato la solidarietà viene prima del profitto».

E fu così che una vaschetta di casu agedu accese il sorriso sul volto di persone indigenti, di padri di famiglia travolti dalla crisi. «Doniamo formaggio grattugiato, vaschette di casu agedu e ricotta. È la provvidenza. Ora siamo tutti un’unica grande famiglia». Davide Chiai era persona conosciuta e stimata. Lo testimoniano anche gli attestati social sul suo profilo Facebook.

Domani Bari Sardo, la sua comunità di cui era innamorato, lo accompagnerà nell’ultimo viaggio. I funerali verranno celebrati alle 15 nella chiesa parrocchiale.

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