Aveva soltanto 27 anni Cesare Lai, il tenente di Ulassai in servizio alla Regia Aeronautica che il 3 agosto 1933, a seguito dello schianto dell’aereo che stava pilotando, perse la vita in Piemonte. Lo scorso fine settimana, tra Susa e Giaglione, si sono riuniti tre cori per celebrare il pilota eroe.

Tra le formazioni canore anche il coro di Arbatax, diretto da Luisa Balzano, che ha offerto alla platea della cattedrale di San Giusto un vasto repertorio di musica popolare sarda. Domenica il coro di Arbatax e il Policromae di Giaglione sono saliti a Santa Chiara, località in cui si schiantò l’aereo pilotato da Cesare Lai. Il tenente, mentre si accingeva a planare al suolo, vide un gruppo di bambini che, ignari del pericolo che stavano correndo, giocavano sul prato erboso.

Per evitare di colpirli, virò verso sinistra tentando, senza riuscirci, di riprendere quota. Una manovra che salvò la vita ai piccoli, ma condannò l’eroico pilota ad uno schianto nella pineta, che da due anni ospita un monumento costruito dagli alpini di Giaglione. Nessuno sa che fine fecero i rottami dell’aereo, ma due pezzi del velivolo furono utilizzati per realizzare la croce in ricordo del giovane tenente ogliastrino che, dopo la morte, fu insignito della medaglia d’argento al valore militare. 

La ricerca ha permesso di svelare anche un particolare ignoto: su quel volo Cesare Lai non era solo. Con lui viaggiava anche un’altra persona, di cui nessuno doveva sapere nulla. Per questo, dopo lo schianto, la salma del passeggero venne prontamente rimossa, tant’è che il suo nome non figura nel registro di morte locale, ma in quello della città di Torino.

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