Quando il grido d'allarme di un territorio arriva da un medico. «Cittadini di serie C». Lo denuncia la dottoressa Barbara Mameli, 43 anni, di Bari Sardo, medico di medicina generale a Lanusei.

Venerdì sua zia ha avuto un infarto. «Per fortuna ha avuto la forza di chiamarmi e sono subito intervenuta, richiedendo come da protocollo l'ambulanza medicalizzata da Lanusei che è prontamente arrivata - racconta Mameli - Stavamo aspettando l'elisoccorso che però era impegnato. Siamo rimasti nel dubbio se metterci in viaggio consapevoli che per arrivare Nuoro in questo periodo ci vuole un'ora e mezzo o sperare che l'elicottero si liberasse».

Con certe patologie la rapidità è tutto ee non si può giocare d'azzardo: «Questo tragico evento mi ha convinto ancora di più dell'importanza che i corsi di BLSD vengano fatti a tutti, nelle scuole di ogni ordine e grado, al catechismo, in piazza - continua Mameli -Le nostre strade sono disastrose tutto l'anno ma in estate, visto il carico di traffico e turismo correlato, sono ancora peggio. Non si possono impiegare più di 90 minuti per raggiungere Nuoro e oltre due ore per Cagliari».

Un duro sfogo quello della dottoressa: «Non abbiamo nel nostro presidio ospedaliero una Utic, posso capirlo visti i numeri, però, questo non può significare che il nostro diritto alla salute sia garantito meno rispetto a quello di un cittadino di Cagliari, di Sassari o di Nuoro. Ma dovremmo avere un elicottero sempre a disposizione noi ogliastrini, nell'eliporto dei vigili del fuoco di Lanusei, vista la condizione di isolamento. Dovremmo protestare, ribellarci, incatenarci e pretendere strade degne di questo nome. Dovremmo bussare alla porta dei nostri rappresentanti in Regione e rivendicare con forza ed educazione i nostri diritti. Stavolta a noi è andata bene, forse, ma la sopravvivenza non deve essere il frutto della fortuna. Ringrazio – conclude Mameli – il team del 118 e anche tutta l'Utic dell'ospedale San Francesco di Nuoro che ha fatto miracoli». 

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