I medici arrivano che ancora respira, mentre a fiotti rossi la vita scappa via. Marco Mameli, 22 anni, operaio di Ilbono, muore ucciso da una coltellata al petto, nel cuore della festa, a due passi dal centro invaso dalla folla. Lavati via i coriandoli rimane il sangue, sull’asfalto di via Santa Cecilia. Da qualche parte oltre i canneti, verso i monti, c’è un assassino a piede libero, con le ore contate.

Le forze dell’ordine, guidate dal vice questore della polizia Fabrizio Figliola, cercano di stringere subito la rete. Arrivano gli specialisti della Scientifica, decine di testimoni vengono ascoltati nella notte. Tutti coloro che hanno partecipato alla rissa o presunta tale potenzialmente sono indagati e potrebbero avere pesanti conseguenze dal punto di vista penale.

Difficile non aver visto nulla, complicato renderlo esplicito. Alle cinque del mattino il carro funebre con il suo triste fardello prende la via dell’ospedale. Bari Sardo respira a stento, mortificata nella festa più attesa. Tutti cercano le risposte che non arrivano. Il magistrato a cui è affidata l’indagine, la dottoressa Giovanna Morra, nelle prossime ore potrebbe disporre l’autopsia sul corpo dell’operaio. 

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