Per trovare un palco bisogna cercare un lago. Non troppo grande, sospettano i poliziotti. E neanche troppo visibile. Né vicino alle strade principali, perché chi organizza i rave clandestini rispetta da sempre la stessa regola: location ben nascosta, alla larga dal traffico e da occhi indiscreti. «Ci sarà un lago dove vi potrete rinfrescare, ma non potrete fare il bagno», era scritto in uno dei pochissimi messaggi fatti circolare dai misteriosi organizzatori de “Lo Sfogo”. L’occhio satellitare di Google offre un indizio: nelle campagne di Ottana ci sono due piccoli invasi. Non hanno neppure un nome e li conoscono solo i pastori e i piloti degli elicotteri antincendio. Intorno non ci sono troppe aziende agricole e le ciminiere spente delle fabbriche vuote sono abbastanza lontane. La Statale 131 Dcn scorre sì a circa un chilometro ma dalla strada questa zona non si vede. Ed è anche difficile da raggiungere.

Blitz e posti di blocco

Le pattuglie della polizia ci provano più di una volta, nel corso della stessa giornata: si infilano tra le mulattiere polverose, sfidano le voragini e aprono cancelli di ovili abbandonati. Ma quelli del rave per ora non si trovano: non sono qui, forse non sono ancora arrivati, forse hanno davvero rinviato l’inizio del raduno illegale o forse si sono già piazzati altrove. L’evento organizzato tra il sottobosco dei social e il deep web è confermato. Gli uomini della Digos hanno in mano più di una prova. Non solo la locandina che una delle band invitate al rave sardo ha pubblicato imprudentemente su Facebook. La riprova è soprattutto nelle parole dei musicisti intercettati ieri, di buon mattino, in Baronia e pure nel Sassarese. «Ci hanno detto che il raduno si farà e che non sanno in quale località - racconta uno degli investigatori - Sostengono che gli organizzatori lo comunicheranno all’ultimo». Di sera si controllano le campagne di Berchidda, in una zona in cui però spesso si ritrovano gli integralisti del campeggio libero.

Gli indizi

Nel frattempo, nelle chat circolano anche altre foto: in una si vede un gruppo di ragazzi che ha piazzato le casse all’interno di quello che sembra essere un vecchio ovile, sotto una tettoia di legno, alle spalle di una collina. Dove si trova? C’è un fuoristrada vicino ma la targa è illeggibile. Polizia, carabinieri e agenti del Corpo forestale cercano in tutta la Sardegna, ma l’attenzione massima si concentra tra il Nuorese e la Baronia. Il prefetto di Nuoro convoca un comitato provinciale per l’ordine pubblico e chiede un rafforzamento dei controlli. E la questura coordina il piano interforze. Il lavoro è difficile: un po’ in campagna e un po’ tra internet e social. L’elicottero del Reparto volo di Fenosu per un’altra mattinata va su e giù per l’Isola e la Polizia stradale controlla i punti strategici delle strade. Posti di blocco anche notturni e così svincoli e incroci saranno blindati. Si cercano furgoni e camper, auto con roulotte al seguito e camion con tende e casse per la musica.

I palchi introvabili

Se il programma sarà confermato, l’idea degli organizzatori senza nome e senza logo è quello di far suonare 19 band in arrivo da mezza Europa e di far rimbombare i decibel per 19 giorni. Da ieri, stando al primo annuncio finito per errore su Facebook, da domani secondo un messaggio di rinvio che però - sospettano gli investigatori - potrebbe essere un depistaggio. Per ora di giovani e musicisti non c’è traccia. Ma in quello che doveva essere il primo giorno di sballo collettivo le campagne della Sardegna sono state cinte d’assedio.

Niente decibel

Gli uomini del commissariato di Ottana battono a tappeto la zona di Ulumos. Si attraversa una piccola galleria in ferro e si passa su una strada che sembra ricoperta di calce. Chilometri e chilometri tra capannoni abbandonati, capre sempre in corsa e cavalli allo stato brado. L’ordine è quello di controllare palmo a palmo la zona dei laghetti. Sono due: uno più grande, a ridosso di uno spiazzo incolto, non lontano da una vecchia azienda agricola vuota e dismessa. Gli agenti aprono il cancello e avanzano, ma nella polvere non ci sono tracce di auto passate recentemente. Dalla parte opposta della collina c’è un altro invaso, poco più di una piscina. Ma nel silenzio assoluto di queste campagne rimaste pure senza pastori non si sente ancora l’eco dei decibel.

Nicola Pinna

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