Nuoro, processo Adesso Basta-Anas. La presidente ANCI Falconi: «Noi parte attiva per la sicurezza di tutti»
«L’ho detto in tantissime interviste: entriamo in questa procedura non contro qualcuno, ma per lanciare un messaggio concreto come amministratori e come cittadini. Vogliamo strade sicure»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel giorno della nuova udienza del processo fra Adesso Basta e Anas, si unisce la voce della Presidente Anci e sindaca di Fonni, Daniela Falconi, in prima linea nella battaglia sostenuta dalla Onlus, nata in ricordo dei fratelli Matteo e Francesco Pintor.
Per Falconi, dal suo profilo Facebook l’appello “Vogliamo strade sicure” con sullo sfondo la foto del Tribunale di Nuoro: «Scrivo questo post perché ne ho bisogno - ha detto Falconi - perché mi sento un peso e lo devo far uscire fuori. Non lo scrivo né da Sindaca né da presidente di Anci, o forse si».
Ed è proprio nel parlare della mattinata trascorsa in Tribunale, che Falconi ha ricordato il ruolo di ANCI al fianco di Adesso Basta per una maggiore sicurezza stradale: «Con Giovanni (Pintor) - ha scritto Falconi - da diversi mesi abbiamo iniziato a sentirci molto spesso. L’incontro con Giovanni è stato, per certi versi, una salvezza».
Per la prima cittadina fonnese, la precisazione sul ruolo di ANCI che ha deciso «unirsi ad uno dei processi civili per quell’incidente» per poi rilanciare: «La condanna se ci sarà, prevedrà che l’ente gestore della strada – in questo caso l’Anas – sarà obbligata a mettere in sicurezza tutta la strada apponendo guardrail a norma lungo tutto il percorso».
E poi: «L’ho detto in tantissime interviste: entriamo in questa procedura non contro qualcuno, ma per lanciare un messaggio concreto come amministratori e come cittadini. Vogliamo strade sicure».
Ma è sull’appello a “Strade sicure per noi sardi e per tutti” che Falconi ha posto l'accento su come la Sardegna «sia la regione più pericolosa d’Italia e quindi, la regione che fa più vittime in relazione ai chilometri percorsi». Da qui la scelta della Presidente Anci di rispedire al mittente, le accuse di chi, in questi mesi l’ha accusata “di mettersi in mostra, essere opportunista, farlo contro la giunta regionale e Anas”.
«Ognuna di queste frasi - ha tuonata Falconi - mi è scivolata addosso come tutte le altre che in questi mesi sono arrivate. La prima telefonata che ho ricevuto il primo novembre del 2024 è stata di Annarita, madre di Francesco, Matteo e Giovanni».
«Stamattina - ha aggiunto Falconi - all’uscita del tribunale Annarita era li. Era lì con il suo bagaglio accumulato in questi anni. E le ho ricordato la sua frase di quel giorno devastante (“Noi adulti non possiamo lasciare la vita in mano ai diciottenni».
Un frase, quella della prima interlocuzione tra la madre dei giovani scomparsi e la Presidente ANCI che Falconi ribattezza: «Mi è entrata talmente dentro da farla diventare il centro del ragionamento che con tutti i colleghi sindaci abbiamo fatto per sposare in toto la battaglia di Adesso Basta. Non contro qualcuno, ma per costruire consapevolezza e infrastrutture sicure».
E a margine del post, fra decine di like e condivisioni, l’ulteriore precisazione: «Altro che arrivismo e voglia di apparire. Lo dobbiamo a Matteo e Francesco e alle troppe vite che ci lasciano nelle nostre strade». Col ricordo anche ai giovani “Michele, Lorenzo, Marco, Michele, Mauro” scomparsi nel terribile incidente dello scorso ottobre a Fonni.