I numeri impressionano, raccontano una domenica di terrore. “Possiamo dire che sono andati in fumo oltre 130 ettari di vegetazione. In due ore le fiamme hanno avuto una velocità di percorrenza esagerata, per via del forte vento, della pendenza e dell’orografia”, dichiara il comandante della stazione di Nuoro del Corpo forestale, Franco Licheri. La regia criminale oramai è una certezza, dietro l’ennesima giornata intrisa di fumo, fiamme e paura. Licheri sentenzia: “La natura dolosa dei roghi è fuori discussione: il rogo è partito a lato della Statale 131 Dcn, lì abbiamo trovato degli ordigni incendiari”.  

Fumo denso. È quello che avvolge il capoluogo barbaricino da oltre una settimana. Nuoro appare in balia dei piromani, un manipolo di delinquenti intenzionato solo ad alimentare panico e distruzione. L’approccio è chiaro, consolidato. Prende di mira le periferie, genera rabbia e impotenza. E se nella notte tra l’11 e il 12 luglio la convinzione è che le fiamme che hanno attaccato la collina di Biscollai abbiano avuto origine da un bengala esploso durante i festeggiamenti per la Nazionale di calcio, la sfilza di roghi in successione che ha funestato la città nei giorni seguenti, invece, ha ben altra natura. Nessuna bravata, solo delinquenza.

“Le fiamme erano altissime, è stato davvero terribile. Le nostre operazioni d’intervento sono  state parecchio difficoltose”. La vicecomandante della Polizia locale di Nuoro, Katia Zanda, racconta quegli attimi da incubo vissuti in prima persona, nel pomeriggio di domenica, con accanto il sindaco Andrea Soddu. In prima linea, a monitorare quell’immenso rogo partito dal chilometro 49 della Statale 131 Dcn e che in pochi minuti ha abbracciato la città e fatto temere il peggio. Oggi alle porte di Nuoro resta solo un’immensa distesa di cenere. Nella vecchia strada per Macomer il fuoco ha lambito le ultime abitazioni del quartiere di Città Giardino, lungo il viale Murichessa. Pochi metri più avanti, poi, basta scollinare per constatare la devastazione totale dalle parti di Su Berrinau. Un palo dell’energia elettrica sintetizza la giornata da dimenticare: appare sospeso, con la base divorata dalle fiamme. Nella vicina zona di Corte il copione non cambia. Case accerchiate dal fuoco, terreni inceneriti e qualche focolaio ancora acceso. Adesso Nuoro ha paura, chiede risposte. Antonio Siotto, del Corpo forestale, conclude: “L’incendio di domenica è stato fulmineo. In un’ora le fiamme hanno percorso tre chilometri”.

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