Nuoro, il truffatore arrestato non era un intermediario assicurativo
«Non iscritto al registro», precisa il presidente regionale dell’Anapa. Alessandro Di Capua si spacciava per un broker e così avrebbe raggirato numerose persone, tra cui un pretePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Non risulterebbe iscritto al Registro unico degli intermediari gestito dall’autorità di vigilanza Ivass Alessandro Di Capua, il truffatore nuorese finito nel carcere di Badu’e Carros che in questi mesi ha raggirato diverse persone.
A renderlo noto Efisio Nocco presidente regionale dell’Anapa: «Osservo - scrive in una nota - che la persona coinvolta nell’indagine il cui nome è evidenziato sulle testate giornalistiche, non risulta iscritta al Registro unico degli intermediari gestito dall’autorità di vigilanza Ivass, alla cui appartenenza è subordinato l'esercizio dell'attività di intermediazione assicurativa e ri-assicurativa nel territorio italiano. In difetto del requisito di iscrizione al Rui, - spiega Nocco - non si può essere definiti intermediari assicurativi. Tanto per chiarezza e a tutela dell'onorabilità della professione».
Tra le persone raggirate da Di Capua ci sarebbe anche un prete. Al momento, una prima stima delle somme illecitamente ottenute dal soggetto, basata sugli approfondimenti sino ad oggi posti in essere, dalla Guardia di Finanza si aggira attorno ai 100 mila euro. Ma ci potrebbero esser molte altre vittime. Le modalità fraudolente per ottenere denaro erano molteplici. Inizialmente il cliente veniva avvicinato con la proposta di sottoscrivere delle polizze assicurative. Il contratto sottoscritto, tuttavia, non veniva poi inviato alla compagnia assicurativa e le somme versate dal cliente, venivano trattenute dal truffatore. L’uomo, che operava nel settore assicurativo, era riuscito a guadagnarsi la fiducia di diverse vittime grazie alla sua professione, ma ha successivamente sfruttato questa posizione per commettere una serie di reati fraudolenti.
Cercando di ottenere informazioni su pendenze tributarie o penali, contattava telefonicamente la sua vittima oscurando l’utenza telefonica e alterando il tono di voce, e spacciandosi, a seconda dei casi, per il “Comandante della Guardia di Finanza” o il “Vice-Prefetto” o il “funzionario dell’Agenzia delle Entrate”. Chiedeva somme di denaro, che dovevano essere consegnate per il tramite del broker arrestato, al fine di definire velocemente e senza ulteriori “aggravi” la loro posizione. Oltre alla misura cautelare il Gip ha applicato la misura interdittiva per 12 mesi dall’esercizio della professione professionali riconducibili al settore finanziario e assicurativo, ma Di Capua secondo il presidente Anapa, non era iscritto al registro