Nuoro, beni di lusso acquistati con i soldi degli assistiti: chiesti 6 anni e 4 mesi per l’ex amministratrice infedele
A carico di Roberta Barabino, già condannata a 7 anni e 8 mesi di reclusione in una precedente tranche processuale, ottocento episodi di prelievi non autorizzati per un ammanco di 170mila euroPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nove anni e due mesi di pena, che con l’applicazione dello sconto per la scelta del rito abbreviato scendono a sei anni e quattro mesi: questa la pena finale chiesta dai pubblici ministeri Andrea Ghironi, Riccardo Belfiori e Selene Desole nei confronti di Roberta Barabino (difesa da Gianluca Sannio e Antonio Secci), l’ex amministratrice di sostegno accusata di aver depredato decine di anziani e persone vulnerabili.
Oggi, davanti al gup di Nuoro, Giovanni Angelicchio, sono stati analizzati sette casi specifici che hanno portato a una somma complessiva di circa 170mila euro di danno, frutto di prelievi non autorizzati effettuati dalla Barabino. La richiesta di condanna si aggiunge a quella già emessa in una precedente tranche processuale, in cui l’imputata era stata condannata a sette anni e otto mesi di reclusione. Inoltre, il marito di Roberta Barabino, Graziano Francesco Coinu, era stato condannato a tre anni e dieci mesi.
I fatti contestati sono gravissimi: ottocento episodi di prelievi non autorizzati, con l’uso dei fondi per fini personali, ammontando a un totale di 166mila euro.
I pm hanno anche chiesto l’aggravamento della pena tramite l’applicazione della continuazione del reato, con l’aggiunta di due giorni di pena per i primi trecento episodi e un giorno per i restanti.
La vicenda rappresenta una grave forma di abuso ai danni di persone fragili, per le quali l’amministratrice di sostegno aveva l’obbligo di protezione e assistenza.