Cala Gonone, Caretta caretta torna a nuotare libera dopo mesi di cure
L’esemplare, ferito e in difficoltà, era stato avvistato a luglio da un diportista. Ieri il ritorno nel suo habitat naturalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È tornato a nuotare libero a Cala Gonone, ieri, il magnifico esemplare di tartaruga marina Caretta caretta tratto in salvo lo scorso luglio al largo di Cala Luna. L’animale, avvistato da un diportista mentre era in evidente difficoltà, aveva subito fatto scattare la macchina dei soccorsi.
La segnalazione ha attivato l’intera rete di intervento dedicata alla tutela delle tartarughe marine, specie purtroppo minacciata di estinzione. La Capitaneria di Porto ha allertato i biologi dell’Acquario di Cala Gonone, che hanno assistito l’animale in primo momento e l'Area Marina Protetta di Tavolara che, a sua volta, ha contattato il CReS di Oristano.
L’esemplare è stato recuperato dalla Blon di Siniscola e trasferito alla clinica veterinaria Duemari di Oristano, dove è stato identificato come maschio e sottoposto a TAC: gli esami hanno evidenziato vecchie fratture ormai rimarginate sul carapace e sulla pinna destra, oltre ai segni di un principio di affogamento, probabilmente causato dall’intrappolamento in una rete da pesca. Nonostante ciò, il suo stato nutrizionale è risultato complessivamente buono.
Dopo i primi controlli clinici, la tartaruga è stata trasferita al CReS per un periodo di riabilitazione e monitoraggio. Nel corso delle settimane ha gradualmente recuperato tutte le funzioni vitali: assetto corretto in acqua, movimenti regolari, capacità di riposare sul fondo della vasca e autonomia nel cibarsi. Solo una volta completato il percorso di recupero è stato possibile programmare la sua liberazione in mare, avvenuta ieri alla presenza dei biologi e degli operatori coinvolti.
Il salvataggio rientra nelle attività della Rete Regionale per la Conservazione della Fauna Marina, coordinata dall’Assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente, che coinvolge Aree Marine Protette, Parchi Nazionali, Corpo Forestale, Guardia Costiera e numerosi enti di vigilanza. Fondamentale, come sempre, il contributo di pescatori, cittadini, diportisti e operatori della costa, spesso primi a segnalare animali in difficoltà.
A Cala Gonone un ruolo di riferimento è svolto dall’Acquario: sin dalla sua apertura il team di biologi ha assistito numerosi esemplari feriti, ospitandoli nelle vasche curatoriali in attesa del trasferimento nei centri specializzati.
(Unioneonline/v.f.)
