Dopo svariati anni di procedure burocratiche il Comune di Borore è rientrato nella piena disponibilità di un’area di oltre 650 ettari del monte di Sant’Antonio, affidata negli anni ‘70 all’Ispettorato forestale di Nuoro, che per decenni ne ha gestito il cantiere. Il bosco, abbandonato da alcuni anni (sia per la scadenza dei termini di affidamento contrattuale sia per il pensionamento di diversi operai forestali e la cessazione di alcuni rapporti di lavoro), sarà finalmente bonificato e valorizzato.

«Non è stato semplice - sottolinea il sindaco Tore Ghisu -. Le procedure lunghe e complesse hanno rallentato l’iter di restituzione dei terreni da parte del Corpo Forestale, ora avvieremo diverse azioni di valorizzazione e cura». Grazie al decreto regionale di sospensione dell’uso civico di oltre 300 ettari di terreni, una parte di essi (circa 260 ettari) sarà ceduta all’agenzia regionale Forestas, per avviare un cantiere di forestazione, col conseguente impiego di nuova forza lavoro. I terreni rimanenti saranno nuovamente assegnati attraverso apposito bando agli allevatori che ne faranno richiesta, con contratto d’affitto annuale.

Fino a marzo prossimo sarà possibile effettuare richiesta per prelevare una catasta di legnatico a famiglia. Già finanziato inoltre il Piano di valorizzazione delle terre civiche.

«Il Piano – spiega il sindaco Ghisu - che è in fase di affidamento a un professionista consentirà di individuare quali soggetti e attività potranno al meglio operare ed essere presenti nell’area del compendio montano di Sant’Antonio, area che resterà nella disponibilità del Comune di Borore».

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